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Scuola, il concorso divide gli alleati Il Pd: va rinviato. No di Azzolina

Le prove dal 22 ottobre. I dem: così un danno agli istituti. M5S e Iv difendono la ministra

29/09/2020
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Diventa ancora una volta terreno di scontro politico il concorso per insegnanti. Tutto ricomincia quando il ministero dell’Istruzione, ieri mattina, pubblica le date della prova , dal 22 ottobre a metà novembre, e si ritrovano compatti sullo stesso fronte inedito Pd e Lega, nel chiedere un rinvio, mentre il M5S difende a spada tratta la scelta della sua ministra Lucia Azzolina. A dare il «la» è Camilla Sgambato, responsabile scuola del Pd, secondo cui «farlo ora significa stressare le scuole, che verranno private di molti docenti, i quali andranno a sostenere le prove del concorso». Un’alternativa? «Avremmo preferito farlo a ridosso delle vacanze di Natale», chiosa.

Ma i 5 Stelle non ci stanno e respingono al mittente la proposta: «Fosse stato per noi avremmo fatto tenere le prove ad agosto (o un concorso ordinario per tutti), ma con il superamento del test a crocette e l’introduzione della prova a risposta aperta abbiamo concordato il procrastinarsi della data all’autunno». Italia viva gli dà man forte: «Il concorso è fondamentale, occorrono insegnanti». E rintuzza: «Il ministero si è reso disponibile a farli a luglio ma il Pd ha chiesto un nuovo rinvio a settembre, dopo l’avvio dell’anno scolastico. Adesso il Pd, attraverso la responsabile scuola, chiede di rinviare a Natale». I dem però incalzano. Francesco Verducci ritiene «sbagliato e contro ogni buon senso convocare concorsi in piena pandemia». Matteo Orfini chiede che si «rinvii il concorso e si apra il tavolo per una soluzione migliore» perché «al caos delle graduatorie, alle difficoltà enormi di gestire un anno così particolare, si è scelto di aggiungere un ulteriore elemento destabilizzante». Sembra lo stesso pensiero della forzista Mariastella Gelmini (« governo lontano dalla realtà») e soprattutto di Matteo Salvini, che chiede di«non fare nessun concorso in un periodo delicato come questo, con rischi per la salute e migliaia di cattedre ancora vuote, e stabilizzare le migliaia di precari che insegnano già da anni». Poi il leader della Lega invita il Pd a votare la mozione di sfiducia per «mandarla a casa».

I sindacati fremono: per la Uil si tratta di un concorso «straordinario inutile e dannoso», per la Flc Cgil è un «errore», per la Cisl la «situazione è complicata, ancora troppe questioni aperte». In serata dalla segreteria del Pd arrivano segnali di distensione, spiegando che le posizioni espresse sono solo un invito alla riflessione: «Così come è stato fatto notare dalle sigle sindacali— aggiunge Sgambato — il rinvio alle festività natalizie potrebbe servire a non privare le scuole di molti docenti e a non stressare ulteriormente gli istituti». E anche la ministra dell’Istruzione ribadisce: «Il concorso si farà: domani (oggi, ndr) escono le date in Gazzetta Ufficiale».

La conferma

La titolare cinquestelle dell’Istruzione: oggi le date sulla «Gazzetta Ufficiale»

Non è la prima volta che Pd e Lega si trovano allineati sul tema: anche se per motivi diversi, già cinque mesi fa spingevano per il rinvio. Mentre i Cinque Stelle premevano per programmare la prova a crocette per assumere 32 mila docenti precari in estate, il Pd chiedeva una stabilizzazione veloce per titoli e il Carroccio chiedeva una moratoria causa Covid dei concorsi fino al 2022. Alla fine il «lodo Conte» aveva chiuso la questione: sì allo slittamento, ma con una prova scritta.

La prova straordinaria, la prima di tre concorsi destinati ad assumere complessivamente 78 mila docenti, è dedicata a chi ha già tre anni di servizio: sono state 64.563 le candidature. I docenti potranno svolgerla nella regione di residenza e saranno scaglionati dal 22 ottobre a metà novembre. Il ministero ha lavorato nelle scorse settimane per garantire la distribuzione dei candidati nelle aule, procedendo al reperimento di tutte le postazioni necessarie. Ciò «eviterà assembramenti»: si stima che ci saranno circa 10 persone per aula. Questa prova è quella considerata più urgente per colmare i vuoti di cattedre: su oltre 80 mila posti autorizzati dal Mef, 24 mila sono stati coperti. I neo prof dovrebbero essere assunti stabilmente a settembre 2021.


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