Scuola, i sindacati coi genitori in piazza il 26
La manifestazione a Roma: "C'è il rischio di cattedre vuote sino a Natale". Spunta anche lo sciopero il 24 e 25 di alcune sigle di base
"Tutti chiediamo che sulla scuola ci sia quell'attenzione che anche questo Governo non ha riservato; non è il primo, anche se c'è stato in passato chi ha massacrato la scuola con i tagli. L'obiettivo deve essere rilanciare la scuola pubblica. Non si devono spegnere i riflettori ora che è iniziata, anzi devono essere mantenuti accesi" dice Francesco Sinopoli segretario della Flc-Cgil con i segretari di Cisl, Uil, Snals e Gilda. I sindacati della scuola rilanciano così la manifestazione del 26 settembre in piazza del Popolo a Roma (ore 15) promossa dal comitato Priorità alla scuola con i Cobas, aperta ai movimenti. In conferenza stampa hanno fatto il bilancio del ritorno tra i banchi. Tra mille difficoltà: organico colabrodo, emergenza sostegno, banchi ancora non consegnati. E il caso di una precaria a cui è stata rifiutata la supplenza perché in gravidanza.
"Non siamo quelli che scioperano all'avvio della scuola" mette in chiaro Maddalena Gissi della Cisl, il tema sono i ritardi accumulati ribadiscono i segretari, "se le risorse si fossero stanziate a maggio, la riapertura sarebbe stata più semplice", mentre sulle assunzioni "ora è evidente che la strada da noi indicata era la più sensata". In realtà ci sarà uno sciopero del mondo della scuola e dell'università, non raccoglierà grandi adesioni, ma qualche disagio sì in un momento già difficile: è stato indetto il 24 e 25 settembre da Unicobas scuola e università, Usb P.I., Cobas scuola Sardegna e Cub scuola università e ricerca.
Il caso della supplenza negata
In un istituto comprensivo di Ciampino, denuncia la Uil Scuola, è stata negata una supplenza ad una precaria al quinto mese di gravidanza. Era stata convocata direttamente dalla scuola per coprire un posto come organico Covid. "Il preside non le ha fatto assumere servizio" contesta il segretario Pino Turi. "Stiamo ricevendo altre richiesta di chiarimenti, si tratta di una riduzione dei diritti inammissiobile. E' gravissimo, con la scusa del Covid si sta cercando di aggirare le leggi, le norme a tutela della maternità non sono state abrogate anche con quetso tipo di contratti che non differiscono dagli altri se non nel punto in cui possono essere conclusi in caso di lockdown. E' in atto una riduzione dei diritti dei lavoratori e vi sono condizionamenti sui dirigenti scolastici che invece sono tenuti ad applicare le norme e le leggi esistenti".
Cattedre vuote, emergenza sostegno
A proposito delle immissioni in ruolo "sono rimaste 60mila cattedre vuote e per questo la ripartenza non è stata possibile per tutti nello stesso giorno. Molte Regioni hanno preferito lo slittamento proprio perché non c'erano le condizioni, perchè manca il personale docente e anche il personale Ata: dal ministero sono arrvati dati rassicuranti, ma non sono veri" attacca Elvira Serafini, segretaria di Snals-Confsal. E il rischio è che potrebbero esserci cattedre vuote fino a Natale, perché, rileva Maddalena Gissi (Cisl) dietro l’angolo ci sono i contenziosi: gli errori e i reclami per le graduatorie potrebbero far rivedere le assegnazioni delle cattedre nell’ordine corretto. "Chi subirà questo danno? I bambini, i ragazzi, i disabili: siamo arrivati ai 100 mila posti di sostegno vuoti, in molti casi le nomine non sono nemmeno cominciate oppure sono stati utilizzati dei docenti provvisori che poi cambieranno tra qualche settimana. La call veloce? Ha prodotto 400/450 nomine in ruolo, quindi è stata un’altra perdita di tempo".
Per il sostegno poi è emergenza: su oltre 21mila posti sono stati assunti meno di 2mila docenti. Sono soprattutto le scuole secondarie di secondo grado, contesta Rino di Meglio, coordinatore della Gilda, a soffrire la mancanza di spazi e di docenti, come "dimostra il fatto che soltanto il 40% degli studenti ha ripreso le attività didattiche completamente in presenza. Risultano, dunque, urgenti interventi sulle strutture e gli organici".
Banchi: procedura non trasparente
"Sono mesi che denunciavamo i ritardi nell'organizzazione della ripresa scolastica che si sono sommati ai ritardi e anche la questione dei banchi, com'era prevedibile. Ma quello che sta continuando a mancare è la trasparenza sui numeri e sulle ditte in appalto dei nuovi banchi" continua Rino di Meglio. Entro settembre saranno consegnati il 28% dei banchi promessi, 2,4 milioni. "Il riscontro che emerge dai dirigenti scolastici ci dimostra- spiega Sinopoli- che le scuole in molti casi hanno iniziato già a rottamare i banchi, hanno dovuto recuperare i banchi vecchi. Il problema è che anche questa vicenda dei banchi ha rappresentato un’ulteriore complessità, che purtroppo in molti casi non è stata affrontata a dovere".
Ritardi sugli spazi
Anche sugli spazi ci sono ritardi: alcuni dirigenti hanno denunciato di aver ricevuto solo tre giorni fa le risorse per pagare i locali aggiuntivi per le classi, raccontanto i sindacati. In alcuni casi, come in Lazio, gli enti locali hanno ritardato la riapertura proprio per questo motivo. "Nei monitoraggi sugli spazi il ministero specificava ai dirigenti: valutate le vostre richieste e considerate le responsabilità che vi assumete di fronte alla Corte dei Conti: immaginate la serenità nelle risposte dei dirigenti", dice Gissi.
"Più tamponi disponibili per le scuole"
I sindacati chiedono interventi celeri, con più tamponi disponibili da fare nelle scuole in caso di contagi. Reclamano la presenza di presidi sanitari, del medico scolastico. E sui test sierologici agli insegnanti fanno notare che "in moltissimi casi non sono stati fatti perché non è stato possibile farli, non c’è stata la possibilità perché le Asl non hanno risposto".