Scuola, i numeri della galassia dei precari e le prospettive della riforma
Tra Gae e graduatorie di istituto arrivano a 610mila, ma i posti disponibili previsti sono 160mila
ROMA
Gira e rigira la sorte dell’istruzione italiana resta appesa a quella dei suoi precari. La pensa così innanzitutto il Governo, che ha posto l’assunzione di 100mila docenti alla base della «Buona scuola», ma ne sono convinti anche i sindacati, che hanno messo in cima alle motivazioni dello sciopero di domani la stabilizzazione di massa di tutti gli insegnanti in graduatoria (abilitati e non). Una proposta difficilmente compatibile con gli equilibri di finanza pubblica, visto che stiamo parlando di un esercito di oltre 600mila candidati e considerando che i posti liberi e disponibili negli organici l’anno prossimo saranno non più di 36mila. Due numeri che sembrano inconciliabili e che rendono necessaria “un’operazione verità” sul precariato nella scuola (affrontato dai vari ministri di turno, ma mai in modo definitivo).
Per capire a fondo la questione bisogna partire dalle dimensioni del fenomeno. I precari a vario titolo, come detto, sono circa 610 mila. Una minima parte dei quali è iscritto nelle graduatorie a esaurimento, le famose «Gae» che l’attuale Esecutivo punta a svuotare con il Ddl all’esame della Camera. Si tratta di 125mila professori. A cui vanno aggiunti gli altri 485mila aspiranti insegnanti presenti nelle liste di istituto (di cui 150mila in seconda fascia perché abilitati e 335mila in terza fascia). Se però ci limitiamo ai docenti che hanno avuto almeno un contratto annuale o fino al termine delle lezioni - sottolineano dal Miur - la platea da mappare scende a 140mila insegnanti. Ed è da questa cifra che il ministero è partito per il piano di assunzioni che le sigle sindacali considerano insufficiente.
Una volta che la «Buona scuola» diventerà legge, partirà la macchina organizzativa per assicurare 100.701 assunzioni a partire dal 1° settembre tra gli iscritti alle Gae. Gli stabilizzandi saranno divisi in tre gruppi: 36mila copriranno il turn over e occuperanno, quindi ,un posto libero; altri 15mila incrementeranno il sostegno; i restanti 50mila circa confluiranno nell’organico dell’autonomia (cioè docenti in più sganciati da posti effettivi), con cui vorrà potenziata l’offerta formativa delle scuole (si veda anche il grafico a fianco).
Il piano dell’Esecutivo non si esaurisce qui. Sia perchè i precari veri sono un po’ di più sia perché alcune classi di concorso delle Gae risultano esaurite, per cui i presidi dovranno continuare a ricorrere ai supplenti, attingendo dalle liste d’istituto. Si pensi ad esempio a matematica e fisica nei licei. Tant’è vero che a viale Trastevere stimano in 20mila gli incarichi annuali da commissionare nell’anno scolastico 2015/2016, a cui ne andrebbero aggiunti circa 30mila per il sostegno. Va, però, considerato che i precari “veri” di seconda e terza fascia con più di 36 mesi di servizio sono 28mila e, pertanto, si continuerebbe a far lavorare come supplenti insegnanti con oltre 3 anni di incarichi a termine, nonostante il monito Ue e l’attuale formulazione del Ddl che lo vieta (ma il Pd chiede di modificare la norma).
Dopodiché sarà la volta del concorso, che si punta a bandire in autunno, per 60mila posti, che coprono il turn-over stimato 2016-2018. A questa selezione, che già si annuncia per soli abilitati, potranno partecipare, secondo i calcoli del Miur, 210mila aspiranti, tra i quali i 23mila maestri iscritti nelle «Gae» che non verranno assunti a settembre in attesa del riordino dei servizi per l’infanzia. Ai supplenti in cattedra verrà riconosciuto un punteggio aggiuntivo.
Con questo piano complessivo il Governo «punta a eliminare la precarietà, e le supplenze brevi - spiega il sottosegretario, Davide Faraone -. E si ripristina un principio costituzionale: si sale in cattedra solo per concorso». Nella scuola, attualmente, si viene immessi in ruolo al 50% pescando dalle «Gae» e per il restante 50% vincendo una selezione (questo criterio, in vista del suo probabile superamento, verrà derogato con la maxi-infornata di precari «Gae» di settembre).
L’ambizioso progetto del Miur dovrà, però, fare i conti con due variabili . La prima, è la conversione in legge del Ddl in tempo utile per assumere gli oltre 100mila docenti. La seconda, è la “grana” dei diplomati magistrali ante 2001/2002 abilitati ex lege dal Consiglio di Stato, che ha chiesto al Miur di inserirli nelle Gae. Si tratta di un esercito potenziale fino a 120mila insegnanti, su cui l’Esecutivo non ha ancora preso una decisione