Scuola/ "Governo sordo", sindacati di nuovo sul piede guerra
Comportamento inaccettabile: pronti a riprendere mobilitazione
document.write( strelapsed('2008-11-20T19:47:00Z') );Roma, 20 nov. (Apcom) - Dopo l'imponente manifestazione di fine ottobre a Roma, i sindacati della scuola tornano ad "affilare le armi": la mancata apertura di un tavolo delle trattative da parte del governo, attraverso cui attuare un confronto sul piano programmatico per attuare i tagli alle risorse ed agli organici previsti in finanziaria e nel decreto Gelmini, sta producendo nelle organizzazioni sindacali la volontà di riprendere la mobilitazione.
Forti critiche giungono da tutti i sindacati di categoria: oggi la Uil Scuola ha realizzato una dura nota nella quale il comportamento del governo viene giudicato "incomprensibile e inaccettabile, ancora sordo alle chiare sollecitazioni del mondo della scuola".
"Per tali ragioni - fa sapere il sindacato guidato da Massimo Di Menna - abbiamo deciso di attivare ulteriori iniziative di mobilitazione se nei prossimi giorni non ci sarà dal governo una inversione di rotta e una conseguente assunzione di responsabilità, in risposta alle aspettative del personale della scuola".
E mentre Snals e Gilda inviano segnali di insofferenza confermando la linea del 30 ottobre, Francesco Scrima, leader della Cisl Scuola, sottolinea come il "governo fino ad oggi si sia mosso con atteggiamenti di totale chiusura al dialogo, intervenendo sulla scuola a colpi di decreto e voti di fiducia. Solo per l'università - continua il sindacalista - si è colto qualche segnale di maggior cautela: per la scuola, ancora nulla si è mosso".
Anche la Cisl formula la richiesta di aprire "in tempi brevi" un "tavolo di confronto" per discutere, dice Scrima, "discutere su come cambiare profondamente una manovra ingiusta, inaccettabile, insostenibile. Vogliamo più risorse per il contratto, per un giusto riconoscimento del lavoro nella scuola: le risposte devono venire in tempi brevi, diversamente saremo costretti ad altre e più incisive azioni di lotta", conclude il segretario sindacale.
A dire il vero il tavolo di concertazione per il rinnovo del contratto di categoria, scaduto da quasi undici mesi, è però già stato attivato: solo che le parti sono ancora molto distanti. Su questo punto forti critiche arrivano, in particolare, dalla Flc-Cgil, che pubblicando gli aumenti mensili ha voluto dimostrare come il "bluff di Brunetta è sempre più evidente".
Questa la proposta che il governo ha messo sul tavolo dell'Aran: da gennaio 2008 andranno ai docenti in media 9,7 euro lordi mensili di aumento per indennità di vacanza contrattuale e 6,9 euro al personale Ata (non docenti). Da gennaio 2009 l'aumento sarebbe invece in media di 77,5 euro lordi mensili per il personale docente e 55,4 euro per il personale Ata. Le integrazioni sarebbero comprensive anche della quota media di euro 10,50 da destinare al fondo di istituto.
"La Flc - fa sapere il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo - nel ribadire le sue valutazioni negative rispetto agli aumenti proposti e l'impraticabilità di alcune parti dell'atto indirizzo (ad esempio la predeterminazione già al momento della sottoscrizione del Ccnl di quote di personale che percepiscono il salario accessorio), ha fatto presente che un siffatto quadro di risorse non consente neanche di definire quegli impegni comuni che Aran e sindacati scuola avevano sottoscritto al momento della firma del Ccnl e della successiva sequenza Ata".
Mercoledì della prossima settimana è prevista una riunione in sede tecnica per la revisione di alcune parti normative. L'accordo sembra però lontano da compiersi. Un motivo in più per tornare in piazza.