Scuola, gli insegnanti lavoreranno più ore e Profumo dichiara guerra ai diplomifici
Le norme nel ddl Stabilità volute dal ministro dell'istruzione: l'orario di ogni docente passerà da 18 a 24 ore a settimana. Le proteste del Pd: si perderanno migliaia di supplenti. Norme più restrittive per le paritarie. Rivoluzione nella ricerca: 12 enti unificati, insorgono i sindacati
Corrado Zunino
ROMA - Il Profumo del bastone, "in Italia ci vuole più bastone che carota", vara una serie di articoli nella legge di stabilità che cambieranno ancora la scuola e la ricerca. E alimenteranno un pacchetto polemiche di alta intensità in una scuola italiana già ribollente e alla vigilia dello sciopero Cgil.
Innanzitutto il ministro dell'Istruzione chiede agli insegnanti delle scuole di ogni grado (dalle elementari alle secondarie) di aumentare il numero di ore lavorate a parità di stipendio, portandole da 18 a 24 ore a settimana (alle elementari questo è già l'orario di fatto). Un aumento consistente, pari a un terzo dell'orario oggi in vigore.
Per il ministro bisogna portare il livello di impegno dei docenti sugli standard dell'Europa occidentale: la scelta di governo toglierà spazio a molte supplenze (sia quelle brevi che i cosiddetti spezzoni) e con il risparmio ottenuto si gireranno risorse sull'edilizia scolastica e sulla formazione dei docenti. Il ministro Profumo parla di scuola "meno chiusa e più europea", ma rimanda ad occasioni future "il giusto aumento delle retribuzioni".
Il Pd, avverso all'ennesima riforma, ha contabilizzato in 6.400 la perdita di insegnanti supplenti. "E' la scuola che ha pagato l'86% del risparmio della spesa statale", dice Francesca Puglisi, responsabile scuola del Partito democratico.
La contropartita offerta dal ministro ai sindacati, e ai docenti, è quella di aumentareZunino
il periodo di ferie estive: quindici giorni in più. Oggi la classe insegnante ha a disposizione un mese di riposo in media, ma spesso nel periodo estivo l'attività lavorativa è ridotta (se non nulla) e quindi i docenti risultano in lavoro anche se di fatto non sono impegnati. Profumo offre uno scambio: 45 giorni di ferie certe da una parte e un aumento di 75 minuti di lavoro al giorno nei mesi del calendario scolastico. La novità oraria è legata, se pur indirettamente, all'ultimo taglio richiesto dalla legge di stabilità al ministero dell'Istruzione: 184 milioni.
Ci sono novità anche sul fronte delle scuole paritarie (religiose e no). Il livello medio testato dal ministero è troppo basso, lontano da quello garantito dall'istruzione pubblica, e troppo spesso le paritarie vengono utilizzate come luogo di accesso facile verso la maturità. Il ministero ha deciso di introdurre una serie di obblighi da certificare: per trasferirsi in una scuola paritaria bisognerà avere la residenza nell'area dell'istituto privato o avanzare giustificazioni serie per chiedere lo spostamento. "I diplomifici usciranno naturalmente di scena", dicono al ministero.
Infine, si assiste a una vera e propria rivoluzione nel mondo della ricerca pubblica. I dodici enti di ricerca sono stati di fatto soppressi e riorganizzati in un Centro nazionale di ricerche. Una sorta di "super Cnr bis" che affianca il Consiglio nazionale, taglierà costi e consigli di amministrazione "senza togliere posti di lavoro", assicura ancora Profumo.
Il modello di ricerca ispiratore è quello tedesco, e consentirà una "razionalizzazione anche delle sedi". Significa l'addio graduale ad alcuni palazzi. Insorgono i sindacati di base. L'Usb annuncia la partecipazione in massa di ricercatori e dirigenti degli enti di ricerca al No Monti day del 27 ottobre. "Un ministro e un governo in scadenza di mandato e con le elezioni politiche alle porte non possono assumere decisioni che incideranno sul sistema della ricerca pubblica per i prossimi anni", sentenzia invece Mimmo Pantaleo, segretario della Cgil scuola.