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Scuola, Giannini: «A settembre 32 mila nuovi prof assunti». Sindacati delusi: «Solo il turn over»

La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini annuncia l’immissione in ruolo di 32 mila nuovi insegnanti a settembre. Ma i numeri non sono quelli attesi: a gennaio era stata annunciata l’assunzione di oltre 63 mila prof vincitori di concorso. E torna la protesta dei «deportati»

09/08/2016
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Saranno 32 mila insegnanti che entrano in ruolo da settembre e 10 mila le assunzioni per il personale Ata: lo ha annunciato la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini. «C’è un organico - ha detto il ministro a Rainews 24 - ancora una volta arricchito: 32 mila insegnanti entrano in ruolo o per vittoria del concorso che si sta concludendo in queste settimane o per scorrimento delle graduatorie a esaurimento». L’arrivo dei nuovi prof in cattedra è previsto per il 15 settembre, anziché per il 1°, come ogni anno: a ritardare l’ingresso in aula è il nuovo concorso per insegnanti, che ha causato diversi problemi per le procedure - più volte contestate- e per le commissioni- che hanno subito un record di dimissioni e quindi numerosi cambi, per via delle paghe basse. Delusa l’associazione sindacale Anief: bene le 32 mila assunzioni di docenti, ma «si tratta di numeri che coprono il turn over e che lasciano, purtroppo, nello stato di precarietà almeno 80mila insegnanti già selezionati e abilitati». I numeri non sono esattamente quelli che ci si aspettava: la stessa ministra, nell’anticipare il bando di concorso a gennaio in conferenza stampa con il premier Matteo Renzi e la ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia, aveva annunciato l’arrivo in cattedra di 63.712 professori, appunto quelli assunti con la nuova procedura. Invece saranno più o meno la metà. E non tutti freschi di nomina: perché secondo legge le immissioni in ruolo devono avvenire al 50% da concorso e al 50% da graduatorie ad esaurimento, quelle stesse graduatorie che sembravano dovessero essere chiuse definitivamente con il maxi piano di assunzioni. Non è così: gli insegnanti che l’anno scorso non hanno presentato la domanda per partecipare al piano, accollandosi l’altissimo rischio di precludersi per sempre la chance di entrare nella scuola, in realtà sono ancora in «pista»: insieme alle varie categorie riammesse dal Tar, come i diplomati magistrali, ancora concorrono a formare la lista delle famigerate Gae, da cui il governo deve continuare ad attingere per completare le compagini di istituto, ovviamente compatibilmente con le classi di concorso e le necessità delle scuole specifiche. Secondo una stima effettuata qualche mese fa dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, sono circa 45 mila gli insegnanti nelle Gae: per almeno un terzo si tratta di maestri delle scuole dell'infanzia, che saranno oggetto di una legge delega. Laddove gli insegnanti che servono non potessero essere reperiti, si ricorrerà, ancora una volta, ai supplenti. Sono state centomila le supplenze lo scorso anno e, considerati i numeri delle cattedre che resteranno sicuramente scoperte dopo il concorsone, anche nel 2016/2017 questo numero difficilmente sarà abbattuto.

La protesta degli emigranti forzati

E c’è un altro nodo che resta ancora irrisolto: quello della mobilità straordinaria, che quest’anno riguarda 200 mila insegnanti. Pensata dalla riforma Renzi per dare l’opportunità agli insegnanti «deportati» di rientrare a casa, sta generando diverse polemiche. Giannini minimizza: «I posti sono per lo più al Nord e al Centro Nord e la maggior parte delle persone che desidera fare l’insegnante, e a questo punto lo può fare con un contratto stabile e definitivo, viene dal Sud. È un processo che la scuola italiana ha sempre avuto», dice la ministra, parlando di un «fatto storico» del nostro Paese e assicurando che solo i neoassunti, il 10% dei prof entrati con la Buona scuola, saranno costretti a spostarsi dal Sud al Centro Nord. Ma le segnalazioni di non corrispondenza tra quanto richiesto e quanto assegnato a diversi insegnanti stanno generando sospetti: «Si tratta di capire se c’è un’anomalia o un’imperfezione- ammette Giannini- Caso per caso stiamo esaminando tutte le segnalazioni», «garantendo a questi insegnanti la possibilità di avere la migliore condizione possibile entro le prossime settimane in modo che anche quest’anno scolastico inizi regolarmente». Ed è proprio quello che chiedono i docenti oggi in piazza: l’«algoritmo» del sistema informatico che assegna i trasferimenti ha «sparpagliato gli insegnanti del Sud dal Tevere al Tagliamento, senza tener conto delle situazioni personali e familiari e dei tanti anni passati nella scuola», denunciano. Il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, dalla manifestazione di Bari insiste come ci siano «evidenti errori nelle procedure di mobilità» e che «bisogna rivedere tutto».

La chiamata diretta

Ma intanto quest’anno gli Uffici scolastici regionali sono più che mai impegnati in una corsa contro il tempo per garantire l’inizio regolare dell’anno scolastico: perché, ai ritardi del concorsone, si aggiungono le incognite della chiamata diretta. Una procedura appena avviata, per permettere ai presidi di scegliere i prof più adatti alle esigenze del proprio istituto: non tutti i dirigenti hanno pubblicato i bandi, molti si affideranno agli uffici scolastici per evitare grane. E chi li ha pubblicati potrà dimenticarsi le ferie: la procedura di selezione deve terminare entro il 18agosto per gli insegnanti di infanzia, primarie e medie, e il 25 agosto per i docenti delle superiori.


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