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SCUOLA: FIORONI, INSEGNANTI SOSTEGNO IN BASE A NUMERO DISABILI

Nell'anno scolastico 2003-2004 gli allievi diversamente abili nelle classi italiane erano 161.159, pari all'1,8% del totale degli studenti

30/06/2006
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AGI) - Roma, 29 giu. - Il numero degli insegnanti di sostegno nelle classi sara' adeguato al numero di presenze di allievi disabili. E' l'annuncio di un cambiamento che il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha fatto nel corso dell'audizione in commissione Cultura di Montecitorio.

"Ritengo importante - ha detto Fioroni - rimuovere il bizzarro criterio di definizione dell'organico degli insegnanti di sostegno che era stato introdotto recentemente. Quel criterio che, con logica tipicamente aziendalistica, calcolava il numero degli insegnanti di sostegno necessari sul numero totale degli allievi invece che sul numero degli allievi disabili".

Il ministro, che ha ribadito il diritto del nostro paese di rivendicare con orgoglio la normativa piu' perentoria sull'integrazione dei disabili, ha affermato che "la specializzazione degli insegnanti di sostegno deve essere pienamente valorizzata e sottratta al rischio che vada dispersa per convenienze di vario tipo".

Nell'anno scolastico 2003-2004 gli allievi diversamente abili nelle classi italiane erano 161.159, pari all'1,8% del totale degli studenti.

Ampio risalto nella sua relazione il ministro dell'Istruzione lo ha dato al tema dell'istruzione dei figli degli immigrati partendo dall'assunto che "sono necessari alcuni interventi di miglioramento delle condizioni dell'integrazione". I piccoli di diversa nazionalita' presenti nelle scuole italiane nell'anno scolastico 2003-2004 erano oltre 300 mila nel 52,9% degli istituti scolastici. La maggior parte degli stranieri si iscrive nella scuola statale e la massima densita' delle presenze la raggiunge nella scuola primaria (4,7%) e nella media (4,1%) mentre nella secondaria superiore la percentuale si ferma all'1.9%.

"Passano largamente dalla scuola - ha insistito Fioroni - le possibilita' di costruire una societa' plurale e coesa, in cui gli stranieri non siano considerati come ospiti in prova perenne, ma come nuovi cittadini con diritti e doveri".


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