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Scuola, dubbi su maturità e test. Studenti e prof in attesa del futuro

Dibattito sul ritorno alla commissione interna che farebbe risparmiare 100 milioni di euro. Ma non c'è unità nel Pd. Ipotizzato anche un taglio al personale Ata

04/10/2014
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Maturità e test di Medicina: lavori in corso. Mentre il ministero dell'Economia cerca di piazzare l'ennesima spending review, decine di migliaia di studenti e famiglie italiane si pongono alcune semplici ma fondamentali domande. Come si svolgeranno i prossimi esami di maturità: con le solite commissioni con tre membri interni, tre commissari esterni e il presidente, anche questo esterno, o con le commissioni composte dagli stessi professori interni che gli studenti conoscono benissimo? E i test di medicina, quando si svolgeranno: ad aprile, come ha inaugurato Profumo o a settembre come si faceva fino a due anni fa? E come avverrà la selezione dei candidati: col solito odiato quizzone o col sistema alla francese corretto da una selezione soft all'ingresso? In altre parole, tutti gli annunci fatti in questi ultimi mesi dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, vedranno la luce l'anno prossimo, nel 2016 o mai?

Ad essere appesi alle dichiarazioni di responsabili scuola dei diversi partiti che siedono in Parlamento, dei ministri, dei sottosegretari di turno e perfino del premier Matteo Renzi oltre mezzo milione di giovani  -  e un milione di mamme e papà  -  che devono decidere del proprio futuro. Si tratta dei circa 500mila ragazzi alle prese con l'esame di maturità e di cui una parte tenterà i test di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Biologia, Biotecnologie, Farmacia e Professioni sanitarie.

Per comprendere come potrebbero andare le cose, partiamo da un dato certo. Alla ripresa dalle vacanze estive, lo scorso 3 settembre, il commissario alla spending review, Carlo Cottareli, ha proposto al presidente Renzi una ulteriore riduzione delle spese dei ministeri del 3 per cento. Un conto piuttosto salato che, in base al bilancio del Miur, corrisponde a un miliardo e 200 milioni per l'istruzione scolastica, 60 milioni per la ricerca scientifica e 240 milioni per l'università. Per la prima, i tecnici del ministero avrebbero ipotizzato alcuni tagli, tra questi la formazione delle prossime commissioni di maturità con soli membri interni e con un presidente di commissione per istituto. Fu la Moratti a provare questa formula, ma poi si ritornò alla commissione pensata da Berlinguer nella riforma del 1998. Le commissioni autoctone consentirebbero al ministero di risparmiare 100 milioni di euro. Ma una parte del Pd ritiene che si tratti di una modifica da avviare non nel 2015 ma l'anno successivo. Ecco perché. I commissari esterni garantiscono alla valutazione finale maggiore oggettività e per trovare un contrappeso adeguato occorrerebbe affiancare alle nuove commissioni di interni un quiz  -  tipo quello Invalsi della terza media  -  per il quale l'istituto di Frascati non è ancora pronto. La modifica delle commissioni di maturità dovrebbe quindi scattare nel 2016, ma i 100 milioni di risparmio a portata di mano fanno gola e non è detto che la miniriforma della maturità non arrivi la prossima estate.

Tagli al personale Ata. Le altre voci  -  attendibili  -  di tagli che circolano negli ambienti ministeriali riguardano il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario), i cui organici verrebbero tagliati di 5mila posti e gli assegni ad personam del personale docente: vicari e indennità per i presidi incaricati. Col taglio degli organici Ata si potrebbe realizzare un "risparmio" di altri 80/100 milioni circa. Ma solo all'idea di altri tagli la scuola italiana è in subbuglio. Il pensiero di insegnanti e dirigenti scolastici va immediatamente ai precedenti governi e alle mille difficoltà che attraversa la scuola in questo momento per effetto dei risparmi già messi a segno. Per arrivare, comunque, ad un taglio superiore ad un miliardo di euro occorrerebbe intaccare ancora una volta gli organici del personale docente, cancellare il Fondo d'istituto o gli scatti stipendiali.

Università. I paventati tagli di 400 milioni al Fondo di finanziamento ordinario degli atenei italiani e alla ricerca scientifica sono stati smentiti dalla responsabile Scuola, Università e ricerca del Pd, Francesca Puglisi, proprio ieri. E mentre i rettori attendono di leggere con i propri occhi la lista le economie indicate a Cottarelli e Padoan dall'inquilino di viale Trastevere per non sforare i parametri sul bilancio che ci impone il sodalizio europeo, migliaia di giovani con le loro famiglie si chiedono come si effettuerà la selezione per accedere a Medicina. La Crui, dopo le dichiarazioni della Giannini che ha annunciato la fine del quiz di ammissione a favore di un sistema alla francese, ha messo le mani avanti: occorre modificare l'accesso a tutte le facoltà medico-scientifiche e spostare alla fine del primo anno la selezione più dura.

Ma un test di accesso soft occorrerà sempre, secondo i rettori. Se la strada percorsa sarà affettivamente questa, non sarà possibile avviare modifiche all'accesso a Medicina e alle altre facoltà medico-scientifiche per il 2015: si tratta di un lavoro lungo che richiede lo studio accurato di tutti i meccanismi possibili per evitare di passare da un sistema criticato da tutti ad un altro, magari peggiore. La probabilità, quindi, che i test di ammissione a medicina anche per il 2015 rimarranno invariati è molto alta. L'unica cosa da stabilire è se si svolgeranno ad aprile, in concomitanza con la preparazione agli esami di maturità, oppure la Giannini, in attesa della riforma da lei proposta, opterà per un ritorno del quizzone a settembre.


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