Scuola, dopo 7 anni torna lo sciopero unitario
Era dai tempi della rivoluzione Gelmini sul tempo pieno e il maestro unico che i rappresentanti dei lavoratori non erano così compatti.
Flavia Amabile
Dopo quasi sette anni i sindacati hanno deciso di proclamare uno sciopero unitario contro la riforma della scuola del governo Renzi. Era dai tempi della rivoluzione Gelmini sul tempo pieno e il maestro unico che i rappresentanti dei lavoratori non erano così compatti. Di fronte alla «Buona Scuola» di Renzi, invece, hanno deciso di superare differenze e ostacoli organizzative per scegliere una data comune: il 5 maggio la stragrande maggioranza delle sigle del mondo dell'istruzione si fermeranno. Parteciperanno insegnanti, personale Ata e studenti.La ministra dell'Istruzione Stefania Giannini ha espresso tutto il suo «rispetto per chi sciopera», ma ha anche ricordato che quando la riforma «sara capita fino in fondo da tutti ci sara un'accettazione ma soprattutto una partecipazione piu ampia» .Lo sciopero è indetto da Flc-Cgil, Uil-Scuola, Cisl-Scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal. Hanno preso le distanze solo Unicobas, Anief e Usb perche la discussione sul testo del ddl iniziera il 23 aprile e il 5 maggio «potrebbe essere gia troppo tardi» .A far capire quanto la battaglia contro il ddl del govemo Renzi sia importante per i sindacati e stato testimoniato dalla presenza ieri in piazza anche dei segretari generali. Susanna Camusso ha chiesto di procedere con lo sciopero e di farlo «unitariamente». Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, ha criticato il modello di scuola previsto dalla riforma: «In passato abbiamo gia avuto un solo uomo al comando e ha creato iniquita e clientelismo». Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, chiede il decreto legge per le assunzioni perchè con il disegno di legge «sara davvero complicato fare le assunzioni entro settembre. Non si fanno le riforme con le consultazioni online».I sindacati contestano diversi punti del ddl. I tempi incerti delle assunzioni promesse, gli esclusi dalle assunzioni promesse, fra cui i vincitori dell'ultimo concorso e i precari che la sentenza della Corte Europea e di alcuni tribunali italiani chiedono di stabilizzare. Contestano il potere eccessivo che assumerebbero i presidi.L' attesa e ora per quello che accadrà durante la discussione parlamentare. Lunedi anche il Pd si riunirà per fare il punto sulla scuola perchè anche nel partito di Renzi si stanno mettendo a punto gli emendamenti al ddl. Se Francesca Puglisi, responsabile Scuola sostiene che lo sciopero «e ingiusto», Stefano Fassina della minoranza del partito chiede che il testo sia «profondamente corretto».La discussione si annuncia ricca, la stessa presidente della Camera Laura Boldrini ha rassicurato tutti: «Nell'ambito delle mie prerogative faccio sempre in modo che i provvedimenti vengano discussi in profondita e che ci sia dibattito in Aula».Secondo Francesco Scrima, leader della Cisl scuola, Renzi si sta comportando da «apprendista stregone» di una materia di cui non ha «ne conoscenza ne competenza». Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, chiede «la stabilizzazione dei precari, il rinnovo del contratto, e che si realizzi, finalmente, una scuola autonoma, libera da molestie burocratiche».Massimo Di Menna, leader della Uil Scuola, chiede assunzioni per decreto, la stabilizzazione dei precari come deciso dalla Corte Europea e di fare a meno di un preside «con super poteri». Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, avverte che il 5 maggio non è la fine della battaglia ma l'inizio «a costo di scioperare anche nel periodo degli scrutini» ..