Leggiamo anticipazioni sul decreto della Buona scuola e non possiamo non avvertire i nostri interlocutori governativi: la valorizzazione del personale della scuola, Docente e ATA, si realizza per contratto e, per quanto riguarda la docenza, deve contenere l’esperienza maturata per anzianità, l’impegno nel lavoro d’aula, nell’organizzazione scolastica e nei territori a rischio. Ma ciò deve avvenire senza creare gerarchie e competizione in un lavoro libero e collegiale. Sappia il Governo che su queste materie un intervento per legge e non per Contratto è figlio di un decisionismo politico deleterio e senza sbocchi, oltre ad essere controproducente e foriero di confusione e divisione nella categoria.
Non si può dal 2007 impedire la negoziazione e imporre per legge una finta valorizzazione professionale senza prevedere risorse aggiuntive. Appare evidente l'intenzione di cancellare gli scatti di anzianità e di utilizzare quelle risorse per premiare, in modo unilaterale, solo una parte dei docenti. Sappia ancora il Governo che percorsi divisivi fra la categoria, posticce gerarchizzazioni in un lavoro libero e autonomo, quotizzazioni fra non meritevoli (25%) e meritevoli (75%), che fra l’altro riecheggiano proposte già avanzate negli anni dell’autoritarismo berlusconiano, si scontreranno con la nostra proposta contrattuale – che stiamo illustrando in tutte le scuole d’Italia – e la nostra ferma opposizione.
E infine senza un organico funzionale anche per il personale Ata le scuole non potranno attuare adeguatamente i Pof di istituto.