Scuola digitale, un miliardo dal Miur
Rete veloce e internet per tutti: presentato il piano nazionale scuola digitale fino al 2020. Fondi dalla Buona scuola e dal Pon. Giannini: «Ce n’è un gran bisogno»
Claudia Voltattorni
Roma Tutte le scuole cablate con la rete superveloce. Internet come «diritto » per tutti. Ogni classe connessa entro il 2016. «Ce n’è un gran bisogno - dice la ministra dell’istruzione Stefania Giannini -: e se non si parte dai banchi di scuola l’avventura dell’innovazione resta solo un’applicazione meccanica». Perciò da qui al 2020 c’è un miliardo da investire in infrastrutture tecnologiche e in formazione, per studenti, docenti e personale amministrativo. Parte così il Piano nazionale scuola digitale presentato martedì al ministero dell’Istruzione a Roma dalla ministra con il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, il consigliere per l’innovazione del presidente del Consiglio Paolo Barberis e il presidente di Confindustria digitale Elio Catania.
Manuale operativo
È una sorta di manuale operativo per le scuole quello che presenta la ministra che ha firmato un protocollo tra il Miur e il ministero per lo Sviluppo economico per far sì che il piano della banda ultra larga del governo tocchi in via prioritaria le scuole. «Le competenze e i metodi con cui si insegna nella scuola italiana - dice la ministra - sono il capitolo più difficile. Si tratta di nuovi moduli didattici. Faccio esempi concreti: i temi classicamente umanistici possono essere utilmente rivisitati in questa dimensione perché una cosa è leggere un foglio di appunti, altra è decodificare un testo concepito in maniera digitale. La scuola sta già facendo tutto questo ma ora dobbiamo mettere a sistema questo modello educativo».
In realtà ci sono già tanti esempi in tutta Italia di Buona scuola digitale, ma il Piano punta a coprire e coinvolgere anche chi è ancora «sconnesso». Il caso del registro elettronico è un esempio: ad ora il 70 per cento delle scuole lo utilizza. Nel piano sono previsti 10 milioni di euro per coinvolgere il restante 30 per cento delle scuole. Ma grande parte attiva la hanno le scuole che per aggiudicarsi i fondi per il digitale dovranno partecipare ai bandi pubblicati sul sito del Miur (per info: https://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs271015).
Formazione e strumenti
Una parte dei fondi del piano sono dedicate alla parte strutturale, gli strumenti per le scuole, dalle lavagne luminose alla banda larga ultra veloce, agli ambienti digitali fino alla connessione alla rete per tutti, «un diritto a internet» dice la Giannini. Ma poi c’è la parte «software: quella che riguarda la formazione degli studenti e dei docenti e delle segreterie amministrative che non devono restare indietro rispetto al resto della scuola», dice la ministra. «Il Piano banda ultra-larga prevede che le scuole italiane abbiano la priorità - sottolinea il sottosegretario Giacomelli - e siano tutte collegate con la fibra ad almeno 100 mbps entro il 2020: i primi 2,2 miliardi sono già stati sbloccati e l’accordo con le Regioni con cui stiamo lavorando consentirà di raggiungere i 4,5 miliardi». Un altro protocollo d’intesa è stato poi firmato tra Miur e Confindustria digitale con quest’ultima che offrirà il massimo sostegno mettendo a disposizione la propria capacità di mobilitare risorse e competenze. «Abbiamo 600mila addetti alle nuove tecnologie - dice Elio Catania - che possono fornire il loro know how alle scuole, sono a disposizione dei docenti per aiutarli in questo percorso di formazione e autoformazione, è un capitale che va utilizzato, perché la riforma digitale del nostro Paese è forse la riforma più importante».