Scuola, bisogna stabilizzare i precari
È l'appello che giunge alle forze politiche da Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc. D'accordo il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che si è impegnato a lavorare sugli emendamenti al decreto Sostegni bis. Landini: il 26 giugno in piazza anche per questo
“La scuola dell’inclusione” è quella dove tutti sono messi in grado di studiare e di crescere, dove ai ragazzi e alle ragazze disabili è garantito un sostegno adeguato, dove i docenti non vengono licenziati e poi ri-assunti da precari. Sono i temi – tutti legati tra loro – di cui si è discusso in una tavola rotonda organizzata nell’ambito delle giornate di Futura 2021 e a cui hanno partecipato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi (con il quale i sindacati hanno da poco sottoscritto un Patto per l’istruzione che però, ad oggi, pare largamente disatteso), il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, il leader della Cgil Maurizio Landini, Valentina Chinnici (insegnante di ruolo), Alessandra Di Bartolomeo, insegnante precaria e Luca Redolfi, dell’Unione degli studenti. A moderare il dibattito è stata chiamata Giorgia Rombolà di Rai News 24.
Disabilità e sostegno
La scuola italiana, ha sottolineato Sinopoli, “ha una grande tradizione nell'inclusione, a partire dagli anni Sessanta, con insegnanti specializzati e formati: un sostegno inteso per la classe, non come medicalizzazione”. Poi però non sono stati fatti passi avanti consistenti: “Negli ultimi anni si sono moltiplicate cattedre e insegnanti precari che andrebbero stabilizzati”, e se è vero che investimenti ora ci sono e che “potremmo assumere 15mila specializzati, se non facciamo la scelta giusta ne assumeremo di meno”. Il riferimento è al decreto sostegni bis, i cui emendamenti sono in discussione alla Camera e su cui i sindacati chiedono interventi per evitare che le stabilizzazioni – non solo nel sostegno – siano molto meno, cioè circa 9mila, rispetto alle oltre 100mila cattedre scoperte.
D’accordo Bianchi: “Occorre investire di più su scuola e inclusione, anche grazie alle risorse europee, per evitare che il Pnrr sia tutto visto in chiave puramente economicistica”. Il ministro ha poi promesso: “Stiamo lavorando per garantire non solo 15mila assunzioni, ma anche di più”.
Stabilizzazione dei precari
Per i sindacati la stabilizzazione dei precari è tema essenziale e su questo hanno organizzato anche un presidio a Montecitorio lo scorso 9 giugno. A settembre, per Sinopoli, il rischio è quello, se il perimetro delle stabilizzazioni non sarà ampliato nel decreto sostegni, di “classi sovraffollate e troppi precari in cattedra. Bisogna assumere i precari, investire su formazione e tempo scuola: sappiamo quanti sono e dove sono. Occorre dunque invertire quella rotta che negli ultimi decenni ha visto la scuola considerata solo come centro di costo”. D’accordo il ministro, che ha ribadito come “stiamo lavorando sugli emendamenti, sapendo però che in Parlamento, nonostante la buona volontà, non tutte le forze politiche sono convergenti”.
Il 26 in piazza anche per la scuola
Nel suo intervento conclusivo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha sottolineato che la ripresa dell’anno scolastico a settembre sarà fondamentale: “La scuola deve cambiare – ha detto –, non possiamo tornare alla situazione precedente alla pandemia, perché tante cose non andavano bene neanche prima: dispersione scolastica, pochi diplomati, formazione permanente carente”. Il segretario della Cgil ha ricordato l’importanza del Patto per la scuola firmato nelle scorse settimane, ma ha osservato “che deve essere pienamente applicato, a partire dalla fondamentale stabilizzazione dei precari. E se alcune forze politiche vanno in un’altra direzione, è un problema che occorre affrontare”. Le tre manifestazioni organizzate dai sindacati per il 26 giugno, ha concluso, “non sono solo per scongiurare la fine del blocco dei licenziamenti, ma anche per investire sul lavoro, a cominciare dalla scuola e dalla conoscenza”.