Scuola, Bianchi: "La Dad ha fatto danni pesanti, ora investimenti per più tempo pieno"
Il ministro all'Istruzione in audizione al Senato: "Ma non dobbiamo buttare via le esperienze positive della didattica a distanza". Il 30% delle istituzioni scolastiche non offre un servizio supporto psicologico
Ilaria Venturi
La didattica a distanza? Il ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi, in audizione alla commissione per l'Infanzia e l'adolescenza in Senato, riconosce che ha fatto danni e non di poco conto. Ma avverte: non buttiamo via le esperienze positive di innovazione della didattica realizzate con il digitale. Mentre ha ribadito la necessità di ampliare il tempo pieno a scuola con "massicci investimenti, soprattutto al Sud" per mense e palestre, fondi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
"E' evidente che ci sono stati danni pesanti in questa esperienza della didattica a distanza: avere interrotto la presenza a scuola, che era data quasi per scontata, ha portato a disturbi psicologici, che si sono accentuati nei bambini che già li avevano. Di questo dobbiamo farcene carico", dice ricordando il protocollo siglato con la Società italiana di Psicologia.
Poi i dati: su 8.183 istituzioni scolastiche il 69%, ovvero 5.662, sono in grado dare servizio supporto psicologico. Di questi 3.178 lo hanno attivato ex novo. Con l'Umbria virtuosa e situazioni differenziate per Regioni. Letta al contrario, c'è ancora più di un terzo degli istituti che non si è attrezzato per aiutare bambini e ragazzi, con le loro famiglie, in un momento di crisi accentuato dalla pandemia. "Le nostre scuole non sono state ferme - spiega Patrizio Bianchi - Ma la scuola non è una clinica e non può essere la soluzione di tutto. La scuola deve essere messa in grado di riconoscere subito il disagio, è il tramite. Gli insegnanti devono cogliere le difficoltà e col supporto di uno psicologo devono non risolverla, ma incanalarla; nulla è peggio di interventi irregolari nel disagio psicologico. Il rapporto con la rete dei servizi sociali diventa fondamentali. Attenzione particolare deve essere data ai ragazzi che hanno disturbi di apprendimento e difficoltà psichiche e fisiche e bisogna mettere sotto controllo l'uso scriteriato dei social".
Sulla Dad Bianchi avverte: "Noi dobbiamo fare oggi la stessa operazione che si fa sulla matematica: abbiamo sperimentato, adesso dobbiamo astrarre, cioè dobbiamo trarne le conseguenze, anche quelle positive, dobbiamo cogliere tutte le possibilità, come ad esempio quella di fare classi che di volta in volta possano anche aprirsi al dialogo con bambini e ragazzi che stanno in un altro paese. Bisogna cioè fare quell'operazione che si chiama resilienza, la capacità di uscire da una difficoltà non solo resistendo ma anche innovando profondamente".
Il ministro non ha risposto alle domande dei parlamentari (lo farà successivamente) sui tanti problemi aperti nella scuola (anche quello del vincolo di cinque anni prima che un insegnante possa trasferirsi e tornare nella scuola vicino a casa). Un passaggio del suo intervento lo ha dedicato al tempo pieno. "Siamo convinti che sia necessario prevedere una scuola che vada sempre più verso il tempo pieno, in cui però il tempo pieno non sia solo l'ampliamento di quanto c'è già ora, ma sia la possibilità di comprendere la fase complessa della vita. Questo implica massicci investimenti su mense e palestre, soprattutto al Sud".
Poi ha ripetuto: "Alle superiori dobbiamo uscire dalle gabbie del '900 in cui tutto era messo in linea: matematica distinta da italiano, ginnastica, religione, il tutto in un cocktail. La scuola deve essere rispondente alla interdisciplinarietà, non deve cumulare informazioni, ne siamo travolti. La scuola deve essere maggiormente in grado di dare strumenti critici e di vita collettiva.