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Scuola, beffa per i precari «Niente soldi per le ferie»

Fino a ieri i giorni maturati ma non goduti erano remunerati con uno stipendio Ma il governo cancella la norma con un provvedimento addirittura retroattivo

02/08/2012
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Gazzetta di Modena

Ferie amarissime per gli insegnanti precari della scuola pubblica. Con un colpo di mano che sta facendo inferocire gli interessati (sono migliaia solo nella nostra provincia) il governo ha emanato una norma retroattiva con la quale ha eliminato il diritto alla corresponsione del compenso sostitutivo delle ferie maturate e non godute.

La senatrice modenese Pd Mariangela Bastico definisce «assurdo l'atteggiamento negativo del governo e dei relatori, che lede un diritto costituzionalmente garantito«. In effetti, il diritto alle ferie è previsto dalla Costituzione per tutti i lavoratori e la situazione degli insegnanti, che non possono goderle durante l'anno scolastico per espresso divieto istituito per evitare problemi alle lezioni, si complica per coloro che hanno un contratto temporaneo o fino al 30 giugno di ogni anno.

Per loro è previsto espressamente - non solo dalla legge ma anche dall'art. 7 della direttiva UE n. 2003/88 - il diritto a un assegno che remunera le ferie maturate durante l'anno ma che non possono essere godute sia per il citato divieto sia perché licenziati a partire dal 1 luglio, norma che la Corte di Giustizia Europea ha già interpretato come principio che non consente pratiche nazionali che limitino il diritto al compenso sostitutivo delle ferie non godute. Gli insegnanti di ruolo e quelli che hanno il contratto annuale fino al 31 agosto invece ne usufruiscono durante l'estate. Peraltro varie norme e sentenze sanciscono il divieto per il datore di lavoro scolastico di imporre al docente di godere le ferie in periodi non graditi, come Natale e Pasqua, come pure in passato alcuni presidi modenesi avevano tentato in danno dei precari ai quali si tentava di sottrarre il compenso per esigenze di risparmio. Si tratta di un compenso che coincide con uno stipendio, e che la Corte di Cassazione ha stabilito sia esentasse e che rappresenta uno strumento di sostentamento per centinaia di migliaia di lavoratori che restano senza stipendio nel periodo estivo per essere riassunti il primo settembre.

Ora arriva la doccia fredda. In un primo momento sembrava una boutade, poi sembrava fosse una norma almeno non retroattiva e dunque applicabile dal prossimo anno e invece è immediatamente efficace tanto che un provvedimento di Palazzo Chigi ha imposto il congelamento dei compensi. Durante i lavori parlamentari la Bastico ha tentato di eliminare la norma ma oggi comunica che «dopo una lunga discussione è stato respinto l'emendamento che esclude il personale della scuola supplente temporaneo dalla norma che vieta il pagamento delle ferie per tutti i dipendenti pubblici». E si chiede: «Come sarà possibile riconoscere il diritto alle ferie ad un supplente?». (vi.bra.)


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