Scuola, arriva il Servizio nazionale di valutazione
Concorso per 12 mila nuovi insegnanti
RAFFAELLO MASCI
ROMA
Ricordatevi questa sigla: Snv. Sta per Servizio nazionale di valutazione: se veramente riuscirà a partire e a decollare, saremo ad una svolta nella scuola e al coronamento di un sogno che hanno accarezzato (e perseguito) almeno gli ultimi 8-9 ministri dell’Istruzione. Ma ieri il ministro Francesco Profumo ha visto approvare altri tre decreti in materia di Istruzione, il più rilevante riguarda il fatto che dopo 13 anni (dal 1999) viene bandito un concorso per 12 mila (11.892) nuovi insegnanti: i giovani potranno entrare nella scuola.
Il governo, dunque, nella riunionefiume di ieri ha varato il Snv, cioè quello strumento attraverso il quale la scuola sarà in grado di capire se funziona, quali carenze ha e come può rimediare, ma anche quali sono i suoi punti di forza. È come se il sistema dell’Istruzione, ma anche le singole scuole, andassero da una sorta di «medico» che le visita, fa una diagnosi, prescrive una cura e segue il decorso della malattia (diciamo così). La scuola ne verrà fuori fortemente rafforzata in tutte le sue immense potenzialità, e la professionalità degli insegnanti verrà valorizzata. Questi, almeno, gli obiettivi.
Il Sistema di valutazione si fonda su tre pilastri: il primo è l’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), che si è occupato di questa materia fino ad ora ma con minore competenze. Il secondo è l’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che è - nella metafora che prima abbiamo utilizzato - il «medico», il quale fornisce gli strumenti per sanare eventuali lacune e per innescare un processo di miglioramento. Il terzo pilastro è quello degli ispettori, che collaborano nella fase di valutazione esterna delle scuole.
Ma il punto di forza di tutto il sistema, è però l’«autovalutazione» delle scuole, attraverso la quale i singoli istituti, sulla base di dati forniti dal sistema informativo del Ministero e dall’Invalsi, potranno misurare l’efficacia del proprio lavoro. Il «Rapporto di autovalutazione» sarà la base su cui lavoreranno tutti e tre i soggetti del Servizio nazionale.
«Gli esiti del procedimento di valutazione - ha sottolineato il ministro Profumo - non hanno l’obiettivo di sanzionare o premiare ma intendono rendere pubblico il rendimento della scuola in termini di efficacia formativa». Si fa, insomma, perché ogni scuola conosca i suoi meriti, e le sue debolezze e ne faccia tesoro. Non per stangare qualcuno.
Tutto bene. Sennonché il ministero ha anche spiegato che «da questo intervento normativo» non deriveranno «nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Si fa tutto senza soldi, insomma. Da qui le riserve del sindacato che, a fronte di un ulteriore aggravio di lavoro sugli insegnanti e sulla struttura amministrativa, non vede neppure il beneficio di un quattrino.