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"Scuola al verde, le famiglie paghino 50 euro"

Torino, la richiesta della preside di una elementare. Ma i genitori insorgono

07/04/2011
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la Repubblica


 

TORINO - La scuola è in bolletta, la preside rende obbligatorio il contributo "volontario" annuo di 50 euro a famiglia. E i genitori insorgono. Accade a Torino, scuola elementare Roberto D´Azeglio (fratello del marchese Massimo) in zona Gran Madre, quartiere pre collinare fra i più esclusivi della città abitato dalla borghesia torinese. «Quando sono arrivata alla direzione della scuola - spiega la preside reggente, Maria Luisa Vighi Miletto - ho trovato in cassa appena 3 mila e 900 euro. Cosa potevo fare con quella miseria? Nulla. È così che ho chiesto alle famiglie un contributo annuo di circa 5 euro mensili, per un totale di 50 annui». Ma la maggior parte dei genitori è insorta quando ha saputo che quel contributo non aveva più il carattere della volontarietà, ma diventava un vero balzello, una sorta di minitassa sulla carta igienica visto che questi soldi fra l´altro erano destinati a coprire le spese cosiddette di "funzionamento" della scuola.
«Il termine volontario - ribadisce la preside - sottende l´obbligarietà in quanto l´attuale situazione finanziaria non consente più un contributo basso da parte delle famiglie. E solleva gli insegnanti dalla responsabilità di chiedere e gestire i soldi di un presunto fondo cassa all´interno delle singole classi a mo´ di stillicidio». Cinquanta euro per circa 500 famiglie avrebbero portato nelle casse dissestate della elementare per benestanti circa 25 mila euro per finanziare sapone e carta igienica. «Ma anche - aggiunge Vighi Miletto - lavagne interattive, corsi di lingua, sostituzione di macchinari e fotocopiatrici, risme di carta, messa in rete della scuola, insegnanti di appoggio per disabili e emergenze varie». «Non comprendo però - si sfoga la preside - le ragioni di tanta reticenza da parte di alcuni genitori nonostante l´utenza appartenente a questo Circolo sia più benestante di utenti di altre sedi. Il loro contributo è importante per ottimizzare le risorse al meglio e garantire una scuola di innovazione e qualità». «Non è certo un problema la cifra che ci è stata chiesta - spiega una delegata di classe - ma è una questione di principio. Se la scuola dell´obbligo è pubblica, deve essere gratis, finanziata dallo Stato, dal ministero dell´Istruzione. Altrimenti diventa una forma occulta di privatizzazione dell´istruzione». «Se i genitori la prendono così - conclude la preside reggente - non c´è problema: ritiro la proposta del contributo di 50 euro, restituisco i soldi a quelli che l´hanno già pagato. E si va avanti così, con quel che offre lo Stato, 3mila e 900 euro per una scuola con 500 alunni».
(a. cus.)

 

 

 
 


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