Scuola, addio ai fondi per l'autonomia solo un euro e mezzo per ogni alunno
In 10 anni i finanziamenti si sono ridotti del 93%. E così i programmi per ampliare l'offerta formativa, per l'accoglienza degli studenti stranieri e per la formazione rimangono solo su carta
di SALVO INTRAVAIA
ROMA - "Quasi azzerati i fondi destinati alle scuole per l'autonomia scolastica". L'allarme è stato lanciato dalla Flc Cgil, che chiede un incontro urgente al ministro Francesco Profumo. In oltre 10 anni, il finanziamento della legge 440/97 ("Istituzione del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi"), quella che finanzia l'autonomia scolastica, è stato ridotto all'osso.
Degli 87 milioni di euro previsti dal Parlamento per lo scorso anno scolastico (ma che sono stati erogati solo quest'anno), poco meno di 11 andranno direttamente alle scuole per realizzare i progetti del Piano dell'offerta formativa: una specie di elemosina se si considera che le scuole italiane sono oltre 10mila e potranno aspettarsi qualcosa come mille euro a testa.
Ecco perché la quota di finanziamento che gli istituti chiedono alle famiglie è, come abbiamo scritto la scorsa settimana 1, in continuo aumento, arrivando a superare l'80 per cento dell'intero budget annuale, esclusi gli stipendi del personale.
Nel 2000, la parte di finanziamento che andava direttamente nelle casse delle scuole era pari a 166,7 milioni di euro, ridotti adesso del 93 per cento. "Mentre il ministro - spiegano dalla Cgil - parla di autonomia responsabile e di potenziamento della stessa attraverso la messa a punto di strumenti efficaci di programmazione, le scuole subiscono
l'ennesimo scippo dei fondi a loro destinati".
E senza risorse, pur con tutta la buona volontà possibile, l'autonomia scolastica rimane scritta solo sulla carta. Soprattutto per i tanti istituti dei quartieri periferici e a rischio, dove alle famiglie la scuola non può chiedere nulla, quando non deve aiutare le famiglie dei propri alunni.
Ma non solo. Sulle ultime due direttive, in perfetto stile gelminiano, è calato il mistero: tutti ne parlano ma nessuno le ha mai viste. Lo scorso 19 dicembre, viale Trastevere emana una nota dal titolo ambizioso: "Finanziamento dei Piani dell'offerta formativa e di formazione e aggiornamento nelle istituzioni scolastiche, in applicazione della L. 440/1997 e della direttiva attuativa n. 102 del 7 novembre 2011. Anno scolastico 2011/12", che richiama una direttiva mai pubblicata.
"Tutti i siti - prosegue la Flc Cgil - hanno riportato la suddetta nota ministeriale ed hanno dato per scontata l'esistenza della direttiva 102/2011. Oggi possiamo affermare che la direttiva non esiste, non è stata mai pubblicata ed è come l'araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa".
Con questi fondi - circa mille euro l'anno, 1,40 euro ad alunno - secondo le nome vigenti le scuole dovrebbero "ampliare l'offerta formativa, supportare lo svolgimento di azioni di innovazione didattica ed educativa, sviluppare progetti per sostenere la formazione legata alle innovazioni introdotte dalla Gelmini".
E ancora: "Incentivare l'accoglienza degli studenti stranieri, promuovere l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, con percorsi multidisciplinari, svolgere attività di formazione e aggiornamento connesse al riordino del sistema scolastico e alla formazione in Inglese".