Sciopero: Pantaleo (Flc), governo abbia coraggio di cambiare
Lo sciopero generale di oggi e le tante manifestazioni territoriali e regionali hanno registrato una forte adesione dei lavoratori della conoscenza. La grande partecipazione degli studenti alle manifestazioni è un segnale importante per la FLC e la CGIL
"Lo sciopero generale di oggi e le tante manifestazioni territoriali e regionali hanno registrato una forte adesione dei lavoratori della conoscenza. La grande partecipazione degli studenti alle manifestazioni è un segnale importante per la FLC e la CGIL perché conferma la condivisione delle nuove generazioni alle motivazioni del conflitto con il Governo Renzi e alle proposte del sindacato". Così Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil. Che aggiunge: "Noi non lasceremo soli gli studenti che rivendicano il diritto allo studio, al lavoro e al welfare. La contrarietà al piano scuola, il rinnovo dei contratti pubblici, la difesa degli scatti di anzianità e della contrattazione, la cancellazione della legge Fornero sulle pensioni, la rivendicazione della stabilizzazione di tutti i precari della conoscenza, il no ai tagli previsti dalla legge di stabilità a scuola, università, ricerca e AFAM sono le questioni aperte nel conflitto con il Governo".
"Le tante lavoratrici e lavoratori della conoscenza che hanno partecipato alla giornata di lotta, promossa dalla CGIL e dalla UIL - ricorda Pantaleo - hanno rivendicato la difesa della legalità, il rispetto della dignità e della funzione sociale del proprio lavoro. Voglio ringraziarli, tutte e tutti, perché hanno ancora una volta dimostrato di voler essere protagonisti di un vero cambiamento che affermi giustizia sociale, solidarietà e democrazia. Fare lo sciopero significa perdere salario ma il loro sacrificio significa dare forza e valore alle rivendicazioni del sindacato. Non ci fermeremo e andremo avanti fino in fondo per cambiare le politiche economiche e sociali con iniziative nei luoghi di lavoro e nei territori. Noi non stiamo sereni perché Renzi ormai è lontano dai problemi reali del Paese e dei settori della conoscenza. Si mettono in discussione i diritti nel lavoro, si tagliano i salari e la funzione sociale dell'istruzione per fare gli interessi delle imprese e dei potentati finanziari. Si abbia il coraggio di cambiare verso - conclude il dirigente sindacale - per ridare speranza nel futuro a questo Paese".