Sciopero Ingv, Flc Cgil e Uil Rua: ragioni dei precari, ragioni di tutti
Questo è il primo sciopero dichiarato da quando l’Ente esiste, anno di fondazione 1999, ma, a memoria di molti, rappresenta uno dei pochissimi casi di sciopero di un ente solo.
Il 10 dicembre l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sciopera e manifesta davanti al dipartimento della funzione pubblica. Questo è il primo sciopero dichiarato da quando l’Ente esiste, anno di fondazione 1999, ma, a memoria di molti, rappresenta uno dei pochissimi casi di sciopero di un ente solo. "Tale difficile e sofferta decisione – dichiarano Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil e Alberto Civica, segretario generale UIl Rua – è stata presa in seguito all’immotivata sospensione della direzione dell’ente dell’accordo sottoscritto con i sindacati il 18 luglio scorso. L’intesa avrebbe consentito il rinnovo quadriennale dei contratti del personale a tempo determinato, in scadenza al 31 Dicembre 2012. I precari, come ampiamente noto, sono inseriti stabilmente nelle principali e strategiche attività (ricerca e sorveglianza sismica e vulcanica) dell’ente e svolgono da molti anni mansioni operative e istituzionali dell’Istituto.
"Il mancato rinnovo – proseguono i due dirigenti sindacali – comporta un danno permanente ai colleghi titolari dei contratti a tempo determinato, in termini di previdenza e retribuzione, oltre che un grave danno alle attività dell’istituto, che si vedrà privato di circa 200 lavoratori per un periodo di tempo al momento non definibile, in quanto subordinato a una nuova procedura di reclutamento, da espletare tramite selezioni pubbliche nazionali. Inoltre, lo scenario prospettato dalla Funzione pubblica per un rinnovo di sette mesi, oltre ad essere, ad oggi, una sola dichiarazione d’intenti, non risolve la grave situazione dell’Ingv e di tutti gli altri enti. Ma le ragioni dei precari crediamo siano le ragioni di tutti. Non sono certo le sole, ma acquisiscono oggi una valenza simbolica e pratica per tutto il comparto della ricerca".
"Dopo la 'chiusura politica' delle stabilizzazioni, come era prevedibile, i problemi negli enti si sono aggravati, fino ad arrivare al rischio di espulsioni di massa, a causa delle imminenti scadenze e della insipienza di molte amministrazioni. Oggi è ineludibile un provvedimento che rilanci stabilizzazioni e nuovo reclutamento. Infatti, il numero di addetti alla ricerca in Italia è sottodimensionato rispetto a tutti i nostri partner (e di fatto competitori) internazionali e continua a diminuire negli anni. Ma non solo. Tutta la politica del personale è soggetta a censure costanti da parte di 'occhiuti' funzionari, che pretendono di applicare agli Epr le stesse regole di tutta la pubblica amministrazione senza comprenderne la peculiarità. Questo non è più sopportabile. È ora di aprire una nuova stagione per gli enti pubblici di ricerca. Partiamo dai precari. Partiamo dal 10 dicembre", concludono Pantaleo e Civica.