Sciopero CGIL: La priorità è la scuola. Ma la CISL accusa: basta politica
La leader Camusso chiede di risolvere i nodi su precariato e scarsi investimenti. In piazza precari, ricercatori e studenti: gli universitari attaccano il Governo, i ‘medi’ promettono un autunno caldo. Pantaleo chiede al Governo di aprire un tavolo di confronto e chiarezza sulle assunzioni. Poi l’affondo di Scrima: il sindacato non deve spingere su motivazioni politiche per convincere i lavoratori.
Alessandro Giuliani
Anche dopo le buone notizie provenienti dal decreto Sviluppo, la Cgil continua a mettere in cima alle emergenze del Paese la mancanza di investimenti per l’istruzione e la cronica precarizzazione del personale scolastico: nel giorno dello sciopero generale, indetto per uscire dalla crisi e rilanciare l'economia, con decine di piazze riempite di bandiere rosse con le scritte bianche, le parole dal leader del sindacato confederale, Susanna Camusso, hanno toccato da vicino proprio i nodi del mondo scolastico. "Insieme al tema dei precari - ha detto la Camusso - abbiamo un problema: reinvestire nella scuola. E' un punto di unità del paese perché un paese analfabeta è un paese di sudditi e non di cittadini. Non c'è democrazia, non c'è libertà se le persone non hanno il diritto di studiare". Il segretario della Cgil si è quindi rivolto al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, rimproverandola per i tagli che il Governo ha attuato prima ai collaboratori scolastici, con la L. 133/08, e poi con il recente ridimensionamento delle cooperative di pulizia esterne agli istituti: "si ricordi che le scuole vanno pulite - ha sottolineato la Camusso - e vanno in ordine".
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, sottolinea che l’85% di lavoratori è rimasto al suo posto. E accusa la Cgil di essersi ancora una volta fatta carico di prerogative non prettamente sindacali: non è “sufficiente, per suscitare adesioni – ha detto Scrima - caricare fortemente lo sciopero di motivazioni politiche, come si è fatto in modo così clamoroso: si vedano, ad esempio, i dati della Puglia, dove anche chi ha presumibilmente concorso a eleggere il più antigovernativo dei Governatori pare abbia dato una risposta appena percettibile (tra il 5 e i 6%)”. Il leader della Cisl ha detto così di preferire “un’azione sindacale autonoma, concreta, che punta ai risultati e non a sterili, e in questo caso non riuscite, dimostrazioni di forza”.
Ad alimentare la polemica tutta sindacale ci ha poi pensato il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi: "nelle stesse ore in cui la Cgil organizzava lo sciopero – ha detto il Ministro - Cisl, Uil, Snals e Gilda 'portavano a casa' il percorso di stabilizzazione dei precari della scuola sulla base di un negoziato concreto realizzato nel segno di un'autentica funzione sindacale. Noi continueremo a lavorare per accordi firmati da tutti ma senza accettare il veto delle minoranze ai necessari cambiamenti".