Scatti, la partita non è chiusa
ItaliaOggi ha letto la direttiva inviata dalla Carrozza al Mef sui 370 milioni di copertura. Al prossimo cdm la norma che sterilizza il decreto di blocco
Alessandra Ricciardi
La direttiva per l'avvio delle trattative, che dovranno dare copertura al pagamento degli scatti di anzianità per l'anno 2012, è pronta. ItaliaOggi l'ha letta: i 370 milioni di euro che servono a pagare gli aumenti, che il Mef aveva disposto di recuperare a colpi di 150 euro al mese, andranno a incidere per 250 milioni sul fondo di istituto.
Insomma, non basta la sola decisione politica del premier Enrico Letta di non togliere dalle buste paghe di gennaio i 150 euro al mese a recupero degli aumenti già pagati. Così come non basta un accordo tra sindacati e Aran sulle coperture. Serve la norma. Ed è quella che sarà approvata al prossimo consiglio dei ministri.Probabilmente sarà poi presentata come emendamento a un dei decreti in conversione in parlamento. Forse il Milleproroghe. Sta di fatto che ieri una nota di Palazzo Chigi annunciava: «Per quanto riguarda il 2014, il pagamento degli scatti di anzianità potrà essere assicurato a seguito delle decisioni che verranno assunte nel prossimo consiglio dei ministri per gli insegnanti che ne abbiano beneficiato nell'anno 2013».
Una precisazione che conferma anche la gestione tutt'altro ordinata e coerente che la vicenda ha avuto finora. E su cui i due ministeri non hanno affatto riposto le armi in quanto a riffacciarsi le responsabilità. Se per Saccomanni, la collega dell'Istruzione sapeva, visto che l'annuncio del decreto di recupero delle somme era stato dato in un vertice del 9 dicembre scorso, mentre la reazione della Carrozza è del 7 gennaio, è altrettanto vero che l'atto di indirizzo per il recupero delle somme è stato firmato dal ministro dell'istruzione a fine dicembre.
E anche questo era noto all'Economia, che ben poteva risparmiarsi, è il ragionamento fatto a viale Trastevere, una nota di recupero di somme che poi dovevano essere restituite. Ma al di là delle responsabilità dei singoli che hanno lavorato sui dossier ministeriali, il fatto politico è che il governo, che aveva annunciato un cambio di rotta sulla scuola, e che almeno sulla carta gode del consenso elettorale del personale scolastico, ha fatto un autogol mediatico. In queste ore in cui si intensificano le voci di un rimpasto di governo, sia il nome della Carrozza che quello di Saccomanni compaiono nella lista dei candidati alla sostituzione, una lista sempre più lunga. Voci, che secondo rumors di palazzo Chigi, sarebbero in entrambi i casi prive di fondamento.