Scatti di anzianità, il governo fa dietrofront: non saranno toccati
Trovate le risorse come chiedevano i sindacati. Per il merito, che avrebbe dovuto pesare per il 70% sulla busta paga, si dovranno trovare «risorse fresche
Claudia Voltattorni
Dietrofront. Si torna alle origini. Gli scatti di stipendio di un professore tornano ad essere legati al 100 per cento all’anzianità. Come succede già adesso. E i più meritevoli verranno premiati sì, ma devono essere trovate «risorse fresche». A poche ore dall’ok del Consiglio dei ministri al disegno di legge del governo sulla Buona scuola, cambia uno degli argomenti più discussi della riforma renziana che fino a ieri prevedeva uno stipendio per i prof legato al 30% agli scatti di anzianità e il restante 70 a quelli di merito «per valorizzare la professionalità del docente e ridare dignità al suo ruolo sociale».
Soddisfazione dei sindacati
Nelle ultime ore, il premier Matteo Renzi e i suoi avrebbero deciso di tornare al vecchio sistema con gli scatti di stipendio legati solo all’anzianità. Plaudono in sindacati. Proprio nei giorni scorsi la Uil Scuola aveva calcolato il peso degli scatti di merito sullo stipendio medio di un prof: circa 16 euro lordi al mese. Giovedì pomeriggio, il Consiglio dei ministri darà l’ok definitivo al disegno di legge che poi comincerà l’iter parlamentare. L’obiettivo del premier è di riuscire a concludere almeno la prima parte della discussione alle Camere entro il 15 di aprile.
Il bonus culturale
Per i professori, in programma invece una «carta del prof», per rafforzare la dignità sociale del ruolo del docente: previsti per il primo anno 400 euro per tutti i professori, che potranno essere spesi solo per consumi culturali (libri, teatro, concerti, mostre, autovideo telematici).