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Scacchi obbligatori nelle scuole spagnole “Allenano la mente”

La proposta dei socialisti accolta da tutte le forze politiche Risultati ottimi nella sperimentazione avviata su impulso Ue

13/02/2015
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la Repubblica

Alessandro Oppes

MADRID .
Sviluppa l’intelligenza, allena la mente, migliora il rendimento. C’è solo da chiedersi perché non ci avessero pensato prima. C’è voluta una proposta parlamentare del Partito socialista per far scoprire ai politici spagnoli gli effetti miracolosi dello studio degli scacchi. Che ora diventeranno materia obbligatoria nel programma educativo. Tutti d’accordo, dalla sinistra alla destra ai nazionalisti di vario segno, al punto che — praticamente in coro — hanno chiesto al governo conservatore di Mariano Rajoy di fare in fretta e dotare gli istituti di tutto il paese di uno stock di scacchiere, re e regine, alfieri, cavalli, torri e pedoni.
Già tre anni fa, con una votazione a larga maggioranza, il Parlamento europeo aveva approvato una “raccomandazione” in questo senso diretta a tutti i Paesi membri dell’Unione. Un suggerimento che si basava su studi realizzati in Germania e in altri Paesi del continente in cui si è visto che il rendimento scolastico degli alunni scacchisti aumentava in media fino al 17 per cento. Così sono partite anche in Spagna le prime esperienze effettuate a livello sperimentale in alcune regioni: tanto in Catalogna come in Cantabria si è registrato un tasso di soddisfazione per i risultati ottenuti superiore all’80 per cento. A Barcellona, è stato il governo della Generalitat a promuovere uno degli studi scientifici più accurati degli ultimi tempi sui benefici pedagogici degli scacchi. Secondo le conclusioni degli esperti delle Università di Lérida e Girona, l’introduzione nel programma scolastico di questo gioco come materia di studio permette di sviluppare meglio l’intelligenza in vari parametri e di migliorare i risultati in matematica e nella lettura, che sono proprio i due ambiti in cui i ragazzi spagnoli mostrano le maggiori carenze secondo le risultanze del Rapporto Pisa.
Ma i vantaggi non finiscono qui. Nella sua relazione davanti alla Commissione educazione delle Cortes, il deputato socialista Pablo Martín ha ricordato che gli scacchi «aumentano le capacità strategiche e mnemoniche, insegnano a prendere decisioni sotto pressione e sviluppano la concentrazione, oltre a parecchie altre qualità, con un costo economico molto basso». Con un inconsueto spettacolo di convergenza politica, il primo a dargli ragione è stato il rappresentante del Partito Popolare («è un’appassionante disciplina sportiva nell’ambito educativo »), mentre i nazionalisti baschi hanno parlato di «investimento strategico per il futuro». Uno studio realizzato dalla Universidad de La Laguna, di Tenerife, sottolinea che gli scacchi sviluppano non solo l’intelligenza cognitiva ma anche quella emozionale.
Ma quello scolastico non sarà l’unico terreno di applicazione dell’esperimento scacchistico. Secondo studi scientifici molto seri, la pratica degli scacchi può infatti essere estremamente utile come “ginnastica mentale” per ritardare l’invecchiamento cerebrale e quindi frenare lo sviluppo di malattie come l’Alzheimer. In più, avrebbe anche un impiego proficuo nel trattamento di bambini iperattivi, con autismo, sindrome di Asperger, superdotati, con sindrome di Down e anche nella riabilitazione dei tossicodipendenti.

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