Saldi di squadrismo
Marina Boscaino
Saldi di squadrismo
Marina Boscaino
Una scatolina marrone: dentro il "torrone della legalità"; lo lavorano gli studenti di un professionale del settore dell’alimentazione di Torino, il Beccari; è il prodotto della collaborazione di quella scuola con l’associazione Libera di Don Ciotti: un modo per assecondare la vocazione di un istituto, mantenendo vigile impegno e consapevolezza che, alla fine, l’obiettivo maggiore di una scuola è quello di rafforzare le competenze di cittadinanza in chi la frequenta. Fa sperare, fa sembrare tutto più utile, significativo: i ragazzi per la scuola, la scuola per i ragazzi. Voltiamo violentemente pagina.www.youtube.com/watch?v=HGO3mvj0a-I. Scorre il video ufficiale di Blocco Studentesco, saluto romano, croci celtiche, teste rasate: "né di destra, né di sinistra; ma fascisti". Basta una passeggiata per Roma, come in altre città italiane dove questo movimento si sta affermando, per notare affissioni minacciose, sfondo nero, scritta bianca, fulmine nel cerchio come simbolo, mutuato da un gruppo di estrema destra irlandese. Blocco Studentesco marca il territorio, cresce, si diffonde: Verona, Lecce, Palermo, Arezzo. Ha anche una pubblicazione, delirio periodico e patinato di luoghi comuni di un passato lontanissimo nel tempo, ma evidentemente suggestivo al punto da reincarnare ancora oggi una mitologia per giovani alla deriva. Nati da una costola di Fiamma Tricolore, sono quelli di piazza Navona. Quelli dell’irruzione alla Rai, le teste coperte da caschi, contro “Chi l’ha visto”. Quelli di Radio Bandiera Nera e di www.bloccostudentesco.org (non particolarmente aggiornato, ma denso di parole d’ordine), borderline tra neo-futurismo, camicie nere di seconda mano, paradossi provocatori, mistificazione di vitalismo e violenza. Quelli che si definiscono i "nuovi fascisti del Terzo Millennio", come recita Luca Iannone, leader degli Zeta Zero Alfa, i cantori di una facile quanto allarmante mitopoiesi. Quelli che in Curva Sud, all’Olimpico di Roma, si siedono dietro lo striscione "Padroni di casa". Quelli il cui responsabile organizzativo, Maurizio Boccacci, ex leader del movimento politico sciolto per istigazione all’odio razziale, promotore di manifestazioni di solidarietà per Priebke, si è dichiarato "soldato fascista senza compromessi". Quelli che usano la giornata del ricordo ,la memoria delle vittime delle foibe, come una rivincita e un’autoaffermazione politica "contro": l’anno scorso corteo per le strade di Roma, culminato in una manifestazione al Brancaccio; quest’anno celebrazione sfociata in un’aggressione a uno studente dei collettivi dell’Università di Roma3. Il tentativo di insinuarsi all’interno dei collettivi studenteschi è stato continuo, soprattutto durante il periodo "caldo" della mobilitazione, ma sempre respinto fermamente dagli universitari. Nascono nell’estate 2006 - Casapound, Roma - come movimento rivoluzionario, per portare spirito di avanguardia e "occupazioni non conformi" nelle scuole. Contro i professori sessantottini, giovinezza al potere!, stile pesantemente "ironico, goliardico, irriverente"; contro i giovani-vecchi che sono dentro le organizzazioni partitiche giovanili: alcuni slogan. Pensiero che diventa azione. "Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare misteriose porte dell’impossibile? Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente", dal Manifesto del Futurismo di Marinetti, 20 febbraio 1909. Iconografia sconcertante; simboli atroci: croci celtiche, svastiche, foto del ventennio. Parole ridicole, se non fossero pronunciate con convinzione: assalto, onore, marcia, lotta. La ricostruzione del sottosegreterario Palma dopo Piazza Navona , che ha attribuito la responsabilità a sinistra, basandosi sulla documentazione relativa all’ultima fase degli scontri, mentre quella integrale ha dimostrato ben altro; la visita di solidarietà che due consiglieri comunali di An, Ugo Cassone e Luca Gramazio, fecero a Blocco Studentesco dopo l’episodio, suggeriscono che il movimento può contare su alleanze più o meno esplicite, oltre che su finanziamenti consistenti. Ci siamo abiuati a tutto. A non interrogarci sul fatto che nella nostra scuola, nella nostra società, i ragazzi possano essere drammaticamente scissi tra "torrone della legalità" e svastiche, croci celtiche. A non domandarci perché, a non chiederci che senso abbia. Persino a non percepire, se non distrattamente, lo iato immenso tra questi mondi, tra queste intenzionalità. Ci siamo abituati al fatto che , pubblicamente e con l’avallo di alcuni di coloro che hanno la responsabilità di legiferare e di governare questo Paese, si possano resuscitare idee, valori, immagini che la coscienza storico-civile collettiva democratica riteneva di aver archiviato definitivamente. Persino alla esaltazione di Luigi Ciavardini, uno dei responsabili della strage di Bologna condannato a 30 anni di carcere; a parate di incappucciati minacciosi e incombenti: due testimonianze, dalla pubblicazione "Blocco". Eppure le omertà e le "revisioni" sul G8 di Genova (attacco alla democrazia, che in molti si sono fatti distrattamente o strumentalmente scivolare addosso) dovrebbero aver insegnato qualcosa. L’ammiccamento alla trasgressione dei principi della Costituzione del programma di Blocco Studentesco (più ancora che le spranghe impunemente custodite) dovrebbe preoccupare il nostro governo ma anche i cittadini tutti; se solo non fossimo in preda ad una totale, inspiegabile assuefazione alla deroga a tutto ciò che dovrebbe scatenare indignazione ed essere proibito in un Paese che avesse fatto tesoro del proprio passato; molto più di qualunque isterico, comodo ed inopportuno antsessantottismo.