Così sostengono i due Ministri a proposito della "vicenda scatti". La nota del Mef del 27 dicembre firmata da un dirigente di seconda fascia. Il direttore generale era all'oscuro? Forse la verità è un'altra: si sta cercando un capro espiatorio.
Con il passare delle ore la “vicenda scatti" si sta chiarendo anche nei suoi aspetti tecnico-amministrativi.
Nella giornata odierna, i due Ministri interessati hanno ripetuto più volte che la questione era stata affrontata e decisa dagli uffici dei rispettivi dicasteri. Saccomanni ha spiegato che la nota pubblicata sul sito NoiPa era praticamente un atto dovuto.
Ma, a Rai 24, Carrozza ha aggiunto qualche cosa che merita un approfondimento: “Bisogna affrontare il tema del governo della scuola ad un livello normativo e di gestione non è pensabile che da una parte si decidono le cose, dall'altra come e quando si pagano gli stipendi. Il collegamento tra indirizzo politico e atto amministrativo si perde in una serie di organi di controllo e di gestione ed è per questo che serve la riforma dello Stato, non solo per avere maggiore celerità nelle decisioni, ma anche per sapere chi è il responsabile direttamente di queste decisioni".
Il nodo è evidente: molti dei problemi di cui soffre la scuola derivano dal basso livello di coesione (usiamo un eufemismo) fra Mef e Miur, dovuto a sua volta al fatto che i ministri economici hanno sempre considerato la scuola un centro di spesa o poco più.
La dichiarazione di Carrozza che più di altre lascia stupiti è però un’altra: “Prendere una decisione su 80mila persone tra Natale e Capodanno doveva prevedere una comunicazione ai Ministri. Si farà un'analisi di chi ha sbagliato e vedremo. Non è questione di pagare, ma di organizzare le cose in maniera queste cose non avvengano più".
A questo punto può essere interessante sapere chi abbia firmato la nota incriminata del 27 dicembre. Non è difficile saperne qualcosa in più.
Si tratta di Roberta Lotti, Ufficio V della Direzione dei sistemi informativi e dell’innovazione, dirigente di seconda fascia, esattamente come un dirigente scolastico.
Le perplessità e le domande sono più di una: come è possibile che un dirigente di seconda fascia firmi un provvedimento di tale rilevanza? Il direttore generale da cui dipende Roberta Lotti ne era al corrente?
E si potrebbe tranquillamente continuare.
Ma forse la spiegazione potrebbe essere anche un’altra sia Carrozza che Saccomanni erano perfettamente al corrente di quanto stava accadendo e probabilmente non hanno valutato bene le conseguenze della decisione.
Salvo, a posteriori, gettare la croce addosso agli uffici, accusandoli di non aver comunicato adeguatamente con la parte politica. Tutto come da copione, anche perché la tecnica del capro espiatorio funziona (quasi sempre) ottimamente.
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