Rivoluzione scuola, al via le 36 ore La prof: «Siamo già oltre le 18...»
«E’ la solita pratica dei tagli lineari con la vecchia richiesta, di stampo montiano, far lavorare gratuitamente i docenti dopo 7 anni di blocco dei contratti e licenziare i precari», sbotta il segretario dell’Flc-Cgil Domenico Pantaleo
Trentasei ore invece di diciotto e incremento della retribuzione. Il Patto sulla scuola che ha in serbo il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi è ancora nel cassetto ma fa già discutere. Perché gira e rigira, il succo è sempre lo stesso, guardando la notizia dal punto di vista degli insegnanti.
«Va benissimo l’aumento dell’orario “monetizzato” fino a 36 ore, visto che io, insegnante di italiano, ne faccio già oltre 40 alla settimana - tuona una prof - ma sorge il solito dubbio: ancora una volta mi sembra escluso dal monte ore tutto il carico di lavoro legato alla preparazione di progetti e alle correzioni, ad esempio».
Il dubbio è lecito, del resto. Ed è vecchio come la scuola, forse.
Con i detrattori della professione dell’insegnante convinti del fatto che gli appartenenti alla categoria siano i “soliti fortunati che lavorano solo 18 ore a settimana” e i difensori che sanno bene che dietro e oltre le 18 ore di lezioni frontali, c’è dell’altro. Certo, non per tutti. Perché - si sa - c’è insegnante e insegnante, c’è materia e materia. «Cosa ha intenzione di far fare il sottosegretario Reggi ai docenti di musica ed educazione fisica?», si chiede la prof.
«E’ la solita pratica dei tagli lineari con la vecchia richiesta, di stampo montiano, far lavorare gratuitamente i docenti dopo 7 anni di blocco dei contratti e licenziare i precari», sbotta il segretario dell’Flc-Cgil Domenico Pantaleo. Che aggiunge: «Il sottosegretario Reggi propone un piano per la scuola: scuole aperte fino alle 10 di sera, raddoppio dell'orario settimanale per tutti i docenti premi a chi si impegna di più. Sempre secondo gli annunci del Reggi questa proposta diventerà una legge delega nei prossimi quindici giorni.
Se questi sono gli esiti di uno dei cantieri aperti dal governo Renzi sulla scuola siamo ben lontani da cambiare verso alla scuola pubblica». Ironizza Pantaleo, riprendendo lo slogan renziano “cambiareverso”. Tagli perché un risparmio certo consisterebbe, ad esempio, nelle supplenze brevi. Portata infatti la disponibilità degli insegnanti a 36 ore, saranno quelli già in cattedra negli istituti a supplire i colleghi, senza riconoscimenti economici extra. Il merito verrà pagato nel senso che chi tra in docenti è impegnato in attività specializzate o in ruoli organizzativi vedrà aumentarsi lo stipendio.
Di certo, a decidere a chi e perchè, saranno i dirigenti scolastici che verranno ricoperti di un ruolo mai avuto fino ad oggi. Nei prossimi giorni il Piano verrà presentato al premier Matteo Renzi e poi dovrebbe essere discusso con sindacati e docenti dopo il 15 luglio.