Rivoluzione o contropiede ?
di Pippo Frisone
Mentre in Brasile prendeva avvio il mondiale di calcio, in Italia finalmente dopo tanti annunci, spot e slides, entrava nel vivo la partita sulla pubblica amministrazione. Questa volta era il Governo a prendere in contropiede i sindacati , costretti a far catenaccio in difesa e a subire l’azione dell’esecutivo. Tra le misure urgenti per la semplificazione e la crescita, decise dal Consiglio dei Ministri del 13 giugno, dovrebbero rientrare : la mobilità volontaria e obbligatoria , il dimezzamento dei distacchi sindacali, il turn-over e il ricambio generazionale nella P.A.con la revoca del trattenimento in servizio, il divieto d’incarichi dirigenziali al personale in pensione, tanto per citarne alcuni di un certo interesse anche per la scuola .
I sindacati rimproverano al governo che sotto le mentite e abusate spoglie della semplificazione e della crescita viene riproposta la solita minestra riscaldata dei tagli alla spesa pubblica senza alcun vantaggio per i cittadini.
Anche le 15mila assunzioni proposte dal governo non hanno entusiasmato i sindacati che avevano contrapposto un piano di 100mila assunzioni , considerata la forte riduzione delle piante organiche, avvenuta negli ultimi anni e il blocco del turn-over.
Quanto alla mobilità coatta fatta oscillare dagli ambienti governativi nel giro di 24 ore da 100 km a 50 km , dovrebbe servire a coprire i posti vacanti con passaggi dei dipendenti in servizio da un’amministrazione all’altra.
Sono anni che si parla di mobilità intercompartimentale .
Alcune norme esistevano da anni, altre risalgono al dlgs.165/01e con qualche modifica al dlgs.150/09. Quel che è mancato in tutti questi anni non è stato né l’esubero di personale né la disponibilità di posti vacanti, in aumento a causa del blocco del turn-over.
E’ mancata la fase ultima della volontà politica, quella applicativa e delle scelte finali .
L’assenza di vere e proprie norme applicative e la politica del rinvio, sono state a vario titolo concause di quell’ immobilismo che ha fatto comodo ad una classe politica di destra e di sinistra che non voleva decidere .
Gli esempi sulla scuola non mancano.
Dall’incompiuta sulle nuove classi di concorso allo svuotamento dell’autonomia, dal merito alla carriera all’organico funzionale e di rete , altri esempi di riforme incompiute!!
Per non parlare della mancata riconversione sul sostegno, proposta due anni fa a oltre 8mila insegnanti in esubero. Un corso di 120 ore per 2000 docenti .
A due anni di distanza è ancora tutto in alto mare.
Ma la riconversione mancata sul sostegno non è che la punta dell’iceberg
Il Governo preannuncia entro luglio una nuova legge sulla scuola, per uscire dalla crisi con il coraggio di fare l’unica vera rivoluzione: quella educativa. Vedremo .
Intanto è più facile tagliare subito dal 1 agosto 2014 i distacchi sindacali del 50%.. L’impatto mediatico contro il sindacato è assicurato anche se nella sostanza i risparmi saranno molto contenuti.
Dei 997 distacchi sindacali della scuola, 1: 1000 dipendenti , il dimezzamento voluto dal Governo, comporterà il rientro in servizio di appena 500 tra docenti e Ata.
Non è con questi rammendi che si risolvono i problemi della scuola e del pubblico impiego.
Prima di ogni decisione occorre riprendere il dialogo e il confronto sindacale, ora più che mai necessario . Proprio sulla riforma della Pubblica Amministrazione, va aperta una fase nuova con le parti sociali, dove ognuno deve tornare a fare la propria parte, senza veti nè pregiudizi, dove il sindacato deve tornare a fare il sindacato , tutelando i diritti dei lavoratori mentre la politica deve poter scegliere e decidere in nome dell’interesse generale . Senza contropiede né rivoluzioni.
E una volta tanto senza più rinvii.