Rivoluzione elementare, addio ai voti numerici
Tornano i giudizi descrittivi. La valutazione terrà conto degli articolati processi cognitivi, emotivi e sociali degli alunni
Roberto Pietrobon
Ci sono voluti 11 anni e una pandemia mondiale per mandare in soffitta i voti numerici nella scuola primaria. Correva l’anno 2008 quando l’allora ministra berlusconiana Maria Stella Gelmini decise di reintrodurre i numeri per valutare abilità e competenze degli studenti e delle studentesse dai 6 agli 11 anni.
Quest’anno, complici le norme per contrastare il diffondersi del Covid, le scuole sono rimaste chiuse da marzo a giugno, costringendo docenti e studenti ad utilizzare la didattica a distanza per mantenere il legame educativo. Proprio per la situazione straordinaria che si era creata un ampio movimento di docenti aveva promosso una petizione pubblica per l’abolizione del voto numerico nella scuola primaria sfociato nell’approvazione di un emendamento della senatrice Pd Vanna Iori, il giugno scorso, che archiviava i numeri, ma solo per la valutazione finale.
A settembre il ministero dell’Istruzione aveva recepito l’indicazione delle Camere senza stravolgere, però, i criteri docimologici in essere generando, di fatto, ulteriore confusione. È stato un nuovo voto parlamentare, il 6 ottobre scorso, a superare definitivamente i voti numerici grazie a un emendamento della senatrice Loredana De Petris di Sinistra Italiana.
Nei giorni scorsi sono state presentate ai sindacati le nuove «linee guida» con le quali la ministra Azzolina disegna «un impianto valutativo che supera il voto numerico su base decimale nella valutazione periodica e finale e consente di rappresentare gli articolati processi cognitivi e meta-cognitivi, emotivi e sociali attraverso i quali si manifestano i risultati degli apprendimenti» per avere «una descrizione autenticamente analitica, affidabile e valida del livello raggiunto in ciascuna delle dimensioni che caratterizzano gli apprendimenti».
Saranno quindi previsti quattro livelli: avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione lasciando che «la valutazione in itinere rimanga espressa nelle forme che il docente ritiene opportune e che restituiscano all’alunno, in modo pienamente comprensibile, il livello di padronanza dei contenuti verificati».
Una rivoluzione per la scuola primaria frutto di un tavolo di lavoro coordinato dalla dottoressa Elisabetta Nigris, pedagogista e accademica di fama internazionale, che ha ottenuto il plauso unanime di tutte le organizzazioni sindacali, dalla Flc Cgil all’Anief fino all’associazione Nazionale Presidi e che attende solo il parere del consiglio superiore della pubblica Istruzione.