Ritardi e richieste di video a figura intera, è bufera sulla chiamata diretta dei prèsidi
La chiamata diretta dagli ambiti territoriali arriva ora nelle scuole superiori
ROMA Insegnano greco, filosofia, fisica e matematica, in classe o nei laboratori tecnici. E ora per la prima volta da quando sono in cattedra, compresi gli anni delle supplenze, si ritrovano alle prese con la stesura di un curriculum e con l'attesa per un colloquio che gli garantisca un posto. Non un posto qualunque ma la cattedra che, da qui ai prossimi tre anni, dovranno occupare. La chiamata diretta dagli ambiti territoriali arriva ora nelle scuole superiori e, dopo l'avvio per materne, elementari e medie, in questi giorni si lavora per garantire la presenza dei professori in cattedra anche nei licei, nei tecnici e nei professionali in tempo utile per il regolare avvio del prossimo anno scolastico.
I TEMPI Ed è proprio in queste ore che i dirigenti scolastici, dopo aver pubblicato online il numero delle cattedre disponibili nella propria scuola e i requisiti necessari per farne parte, stanno leggendo la presentazione digitale dei docenti.
Pochi giorni per scegliere, convocare, ascoltare e portare a termine le operazioni. Entro il 26 agosto l'incarico deve essere definitivo quindi si svolgeranno le procedure per la chiamata diretta, compreso l'eventuale colloquio con il preside e l'accettazione del posto da parte del docente. Una fase delicatissima che, nonostante le tante polemiche, ha registrato per la scuola dell'infanzia e la primaria il 92% delle adesioni da parte dei docenti e per le medie il 93%. Alle superiori ha aderito inviando il proprio curriculum il 93,6% dei docenti, pari a 25.286 candidati alla chiamata diretta. Per tutti gli altri, rimasti fuori per scelta, interverranno gli uffici scolastici regionali con le assegnazioni di ufficio entro il 31 agosto.
Intanto si cerca di risolvere i problemi che hanno rallentato le operazioni della prima fase destinata a materna, elementari e medie. Dai disguidi tecnici alle polemiche legate all'atteggiamento tenuto da alcuni presidi. Il sistema Sidi, ad esempio, in alcuni casi non ha permesso la registrazione dei docenti che hanno accettato la proposta del preside perché risultano già assegnati ad altre scuole. Ma a scaldare gli animi sono state soprattutto le posizioni di alcuni presidi che, come denunciato dai docenti, durante il colloquio hanno chiesto alle candidate se avessero figli o anche solo l'intenzione di averne, se usufruissero già di congedi per maternità o di permessi per la legge 104 riservata a chi ha bisogno di accudire un parente malato. Non solo, tra i requisiti richiesti potrebbe pesare anche il fattore estetico.
LE POLEMICHECome ha denunciato Azione civile, il movimento politico fondato da Antonio Ingroia: «Appurato se le docenti da assumere sono carine, se sanno muoversi bene e se sono disponibili a trasferirsi lontano da casa, adesso i presidi vogliono essere sicuri di non ritrovarsi una futura mamma nell'organico scolastico». A Perugia, ad esempio, una docente ha riferito di un colloquio assolutamente informale e non certificato, contrariamente alle regole, in cui il preside ammetteva di dover tenere conto del fatto che la donna fosse in congedo per maternità. Oltre ai casi in cui, nero su bianco dalle pagine online del sito della scuola, due dirigenti di Pistoia e Prato chiedevano un video di presentazione a figura intera della candidata, escludendo le immagini a mezzo busto. Una sorta di inspiegabile provino televisivo. Tutti casi su cui il Miur ha già annunciato di voler fare chiarezza e prendere provvedimenti. Anche l'Associazione nazionale dei presidi studierà i singoli casi così come l'esito complessivo di questa prima esperienza legata alla chiamata diretta: «Con l'umiltà- spiega il presidente Giorgio Rembado - di chi sa che c'è da migliorare ma anche con l'ottimismo nel vedere che la quasi totalità dei docenti ha aderito, spero con fiducia, al cambiamento in atto, relativo sia alla scuola sia alla loro carriera professionale».
L.Loi.