Riformista-L'autunno caldo di giudici e docenti
EDITORIALE venerdì 12 novembre 2004 CONSERVAZIONI L'autunno caldo di giudici e docenti Diceva il buon vecchio Leone Trockij che lo sciopero generale è un mezzo di lotta molto importa...
EDITORIALE
venerdì 12 novembre 2004
CONSERVAZIONI
L'autunno caldo di giudici e docenti
Diceva il buon vecchio Leone Trockij che lo sciopero generale è un mezzo di lotta molto importante, ma non un mezzo universale, perché ci sono dei casi in cui lo sciopero può indebolire più gli operai che il loro diretto avversario. E' una massima che nel nostro paese ha sempre rischiato di trovare conferme a bizzeffe. Già è abbastanza problematico lo sforzo dei sindacati confederali di confermare lo sciopero generale contro una finanziaria che, caduti gli sgravi fiscali e abbassati i saldi di deficit grazie al colpo di mano al primo articolo, raccoglie quasi quasi pure il moderato apprezzamento di Vincenzo Visco. Ma in questo caso se ne capisce ancora la logica: i confederali intendono sottolineare il loro dissenso generale per i diversi tavoli sui quali la ripresa dell'"armonia concertativa" ha sin qui prodotto a loro giudizio solo chiacchiere, come sul Mezzogiorno.
Diverso invece è il caso degli scioperi di categoria annunciati dagli insegnanti e dai magistrati. Quegli scioperi non sono né a difesa del salario né per sostenere un nuovo contratto, e neppure per sanzionare violazione di impegni concertativi assunti e non rispettati dalla controparte. Si tratta di veri e propri scioperi "organizzativo-conservativi", volti cioè ad affermare come un diritto ciò che diritto in realtà non è né può essere, in una democrazia: e cioè che l'organizzazione del proprio status non venga modificato. Entrambe le categorie scioperano convinte che le si debba lasciare in pace come fino a oggi sono state, e che le modifiche legittimamente assunte da legislatori e governi regolarmente in carica siano dei veri e propri attentati allo statu quo. L'autunno caldo italiano che si prospetta è stavolta un autunno di conservazione sociale. Se non si adatta a questo, il sostantivo corporativismo, allora bisogna bandirlo dal dizionario.