Riforma Lavoro, destino da Agenzia Unica per l'Isfol. Allarme dei dipendenti
Sindacati in allarme per dipendenti e precari che lavorano all'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), un ente pubblico, finora, ma che potrebbe fare le spese per primo della riforma del lavoro alle porte.
Sindacati in allarme per dipendenti e precari che lavorano all'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), un ente pubblico, finora, ma che potrebbe fare le spese per primo della riforma del lavoro alle porte. Il documento approvato dall'ultimo Consiglio dei ministri prevede infatti la creazione di una Agenzia unica nazionale per la gestione in forma integrata delle politiche attive e dell'ASpI, partecipata dalle Autonomie.
Ipotesi ricorrente
Per le rappresentanze dei lavoratori, i dipendenti Isfol verranno "travasati" nella nuova Agenzia (cui dovrebbero confluire anche i dipendenti di Italia Lavoro Spa), con effetti negativi su occupazione e autonomia dell'istituto. La conferma, spiega una nota Anpri, Flc Cgil, Fir Cisl, Uil Rua e Usb PI, in un incontro con il commissario straordinario Isfol, nonché segretario generale del ministero del Lavoro, Matilde Mancini, «che oggi ha annunciato l'intenzione del Governo di chiudere l'istituto». Obiettivo, la costituzione di un'Agenzia Unica Nazionale, così come definita nella riforma, ipotesi peraltro più volte emersa nel dibattito sul mercato del lavoro degli ultimi anni, ma mai andata in porto.
Know how da valorizzare
Esperienza La preoccupazione, spiega la nota sindacale che annuncia anche lo stato di agitazione, riguarda vari aspetti: dalla cancellazione dell'«unico Ente deputato all'analisi e valutazione delle politiche del lavoro», alla scarsa trasparenza sulla sorte dei 630 lavoratori in forza all'Isfol e dei 252 precari. Per Andrea Lazzerini, sidacalista Cgil, «questo è un Governo che evidentemente non perde tempo, ma se l'Isfol chiude ci priviamo della possibilità di far monitorare la riforma del lavoro in arrivo da un soggetto terzo, e pubblico. Siamo gli unici in Italia ad avere il know how giusto, ad avere esperienza nel settore della valutazione del placement. Per questo, conslude, «diciamo: fate fare a noi queste cose».