Riforma, la road map di Renzi
Vertice a Palazzo Chigi con la Giannini: entro febbraio il decreto. Più peso alla comunicazione. Merito e assunzioni, i nodi su cui il premier ha preso tempo
Alessandra Ricciardi
Un incontro sereno, «di grande sintonia», raccontano i presenti. Che è servito a fissare gli obiettivi 2015 per la scuola, un decreto legge con le misure chiave della riforma, e i tempi, fine febbraio. Ieri a palazzo Chigi il premier Matteo Renzi ha deciso di aprire gli incontri sulle riforme in cantiere per l'anno appena iniziato con il ministro dell'istruzione e università, Stefania Giannini, a rafforzare quanto già detto anche ai parlamentari del Pd, ossia che questa dovrà essere la stagione della scuola.
Anche dal punto di vista comunicativo. Se il prossimo 22 febbraio ci sarà l'incontro, organizzato dal Pd, con i mille, evento al quale il premier dà l'importanza di una grande apertura alla buona scuola che già c'è, in queste settimane dovrà essere rilanciato il valore e i risultati della consultazione sulla Buonascuola, la proposta del governo, chiusa a novembre scorso. A dare il via alla fase 2, lo stesso premier ieri con un videomessaggio nel quale ha ribaditon che sarà «la più grande riforma fatta dagli italiani, non dai politici».
Ed è da i risultati di quell'indagine diffusa che il premier vuole ripartire anche per quanto riguarda le modifiche da apportare alla proposta iniziale. I fronti più caldi, merito e assunzioni, sono anche quelli sui quali non è però arrivato l'input politico sulle priorità. Renzi non ha voluto dare risposte, ma capire quali sono i problemi. Riservandosi nelle prossime settimane, presumbilmente dopo aver incassato la delicata elezione del nuovo presidente della repubblica, di decidere. Nel frattempo, i tecnici di viale Trastevere sono chiamati a pianificare le possibili soluzioni.
C'è il capitolo merito, per il quale è ormai certo che non ci sarà più l'abolizione totale degli scatti di anzianità, come chiede lo stesso Pd (si veda l'intervista a ItaliaOggi della responsabile scuola del partito democratico, Francesca Puglisi, del 23 dicembre scorso) ma non è ancora chiaro il meccanismo che consentirà, a copertura finanziaria inalterata, di mixare riconoscimento professionale e anzianità di servizio.
L'altro nodo da sciogliere riguarda il piano assunzionale. Le assunzioni saranno 148 mila, ma tutte dalle graduatorie ad esaurimento o anche da altre liste? Alla luce della sentenza della Corte di giustizia europea, secondo un primo monitoraggio del Miur, sarebbero un migliaio circa i docenti che hanno avuto per più di tre anni contratti di supplenza su posti vacanti e disponibili e che non rientrano nelle Gae. Un piccolo aggiustamento, tutto sommato rispetto al piano iniziale, ma andrà fatto. C'è anche la questione aperta delle necessarie riconversioni professionali per i docenti in soprannumero rispetto alla propria classe di concorso rispetto al fabbisogno delle scuole. «L'anno di prova sarà un anno di prova vero», chiarisce il sottosegretario all'istruzione, Davide Faraone, «servirà a capire quali sono le eventuali carenze dei neoassunti e ad aiutarli a colmarle con percorsi di affiancamento da parte di docenti più esperti e attraverso percorsi di aggiornamento a loro dedicati».