Riforma della scuola, Miur ammette: “Le graduatorie dei supplenti resteranno”
Rimarranno in vigore anche dopo il piano: un problema per il governo, che contava dal prossimo anno di assumere solo ed esclusivamente tramite concorso. A questo, si somma il nodo delle assunzioni del personale Ata, congelate per favorire il riassorbimento dei dipendenti provenienti dalle Province
A pochi giorni dalla scadenza per presentare la richiesta d’assunzione e rientrare nel piano straordinario, le domande pervenute al Ministero sono “circa il 50%” di quelle attese. Il dato, fornito dal ministro Stefania Giannini in persona, allontana le voci più cupe che erano circolate nelle ultime ore (si parlava di pochissime iscrizioni), ma conferma il rischio di boicottaggio della riforma a causa della mobilità forzata prevista per gli insegnanti di potenziamento.
Un timore ben presente anche nei corridoi di viale Trastevere, al punto di diffondere ulteriori indicazioni per sollecitare i docenti a fare domanda, specificando che chi rinuncia ora rischia di non lavorare per i prossimi anni. Un po’ un consiglio, un po’ una minaccia. Anche se persino il Miur ha dovuto riconoscere che le Graduatorie ad esaurimento non potranno essere cancellate. E dunque i docenti che non presenteranno domanda resteranno iscritti nelle stesse, con intatti i loro diritti. A questo, si somma la “grana” delle assunzioni del personale Ata, congelate per favorire il riassorbimento dei dipendenti provenienti dalle Province. I collaboratori scolastici erano già stati trascurati dalla riforma, che non comprende misure o provvedimenti in loro favore: adesso rischiano di perdere altri 6mila posti previsti dal turnover.
L’assunzione, dunque, sarà su “nomina giuridica” e scatterà a partire dal settembre 2016. Perciò la riforma che si basa sui nuovi “organici funzionali” andrà a regime solo fra un anno.
L’altro nodo da sciogliere riguarda la permanenza delle GaE, le liste in cui sono iscritti i precari storici, che ora il governo vorrebbe svuotare in maniera definitiva. Molti docenti, di fronte al rischio di essere assegnati ad una provincia lontana da casa per il meccanismo di mobilità obbligatoria previsto dalla Fase C del piano, sono tentati di non presentare domanda, e attendere un incarico nella sede in cui sono iscritti.
Queste graduatorie – ha dovuto ammettere il Miur – resteranno in vigore anche dopo il piano, come bacino per assegnare le supplenze residue e anche il 50% dei posti banditi in futuro (lo prevede la normativa). Un bel problema per il governo, che contava dal prossimo anno di assumere solo ed esclusivamente tramite concorso. Anche per questo le Faq avvisano i docenti di tutte le possibili conseguenze di un’eventuale rinuncia: chi perde il treno non ha più diritto all’assunzione, i primi scorrimenti avverranno solo a partire dal 2017-2018, c’è il limite di 36 mesi di supplenza su posti vacanti e disponibili. Insomma, lavorare sarà più difficile.
Adesso tocca agli insegnanti scegliere cosa fare. Se partecipare al piano anche a costo di doversi trasferire, o attendere rischiando di perdere il treno. I dati forniti dalla Giannini fanno capire che l’indecisione è ancora grande. Il termine scade il 14 agosto e il Miur ha ricevuto circa 30mila domande. A viale Trastevere attendono 60-70mila richieste per coprire il contingente di 55mila posti di potenziamento. Altrimenti il piano straordinario d’assunzioni sarà un flop, e ci saranno inevitabili ripercussioni sui prossimi concorsi e su tutto il sistema messo a punto dalla riforma.
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