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Rientro a scuola tra le proteste: «Dimenticati gli adolescenti»

Priorità alla scuola: "È urgente programmare la riapertura anche per gli studenti dalla seconda media in poi. Bisogna porre fine al loro disagio psico-fisico". Polemiche sulla «scuola à la carte» in Puglia, piano del governo per un protocollo unico

08/04/2021
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il manifesto

MArio Pierro

Nel giorno delle riaperture delle scuole dopo pasqua ieri a Milano, Firenze, Pisa, Faenza sono riprese le proteste del movimento «Priorità alla scuola» che chiede un ritorno in presenza duratura e soprattutto in sicurezza di tutte le attività didattiche in Italia. A Torino gli studenti hanno ripreso le lezioni nell’aula a cielo aperto di piazza Castello, di fronte agli uffici della regione Piemonte, per chiedere il ritorno in classe dalla seconda media in su. A Milano, fino a domani, presidio in piazza Duomo: «Hanno dimenticato gli adolescenti».

CINQUE MILIONI e seicentomila alunni della scuola dell’infanzia (1.393.010), delle elementari (2.605.865), della prima media (1.019.904) sono tornati ieri in classe in tutto il paese anche nelle zone rosse. Gli studenti delle superiori (549.929 studenti) sono tornati in classe tra il 25% e il 50% nelle zone arancioni. Se contagi supereranno i 250 positivi su 100 mila abitanti in una settimana le attività torneranno in didattica a distanza (Dad). In questa situazione si trovano tutti gli studenti dalla seconda media e alla quinta superiore nelle regioni in zona rossa restano. La possibilità di rientrare, sempre in modalità «didattica integrata», cioè in classe in forma ridotta, dipende dalla situazione epidemiologica. Il decreto legge con il quale il governo ha permesso la ripresa parziale dell’attività didattica in presenza vale anche per 212 mila bambini che hanno potuto tornare a frequentare i nidi da 0 ai 3 anni. Complessivamente il 66% degli 8,5 milioni di studenti italiani, due su tre, sono tornati a incontrare i propri coetanei, condizionati da restrizioni e mascherine, entrate e uscite scaglionate, lezioni in presenza e a rotazione, un sistema di tracciamento e medicina scolastica inesistente che si aggiunge al mai risolto problema dei trasporti pubblici. In compenso 1.073.409 docenti e personale Ata sono stati vaccinati almeno con una dose di Astra Zeneca. Il rientro è avvenuto senza il registro elettronico Axios, vittima di un attacco hacker alla vigilia di Pasqua. La piattaforma, ha assicurato l’azienda, ritornerà operativa entro oggi.

LA NORMA del governo che vincola le regioni a non derogare dalle sue decisioni sulla riapertura delle scuole è stata disattesa, per ora, solo dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano che continua con la sua sperimentazione di «scuola à la carte». Per Mina Matteo, rappresentante legale dei Cobas Lecce, solo nel capoluogo salentino «il 70% delle famiglie ha preferito non mandare i figli a scuola. C’è ancora molta paura». «Lasciare scegliere i genitori se richiedere la didattica a distanza o in presenza? Noi non abbiamo alternative per ridurre la presenza degli alunni a scuola» ha detto l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, assessore alla sanità della Regione Puglia. «Si delega ancora la salute ai genitori. Il governo nazionale intervenga o sarà mobilitazione» sostengono i sindacati pugliesi Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal.

IL PROBLEMA non è tuttavia solo pugliese. Manca la volontà politica di organizzare una prevenzione scolastica sistematica e cospicui investimenti esclusi da Draghi. Ecco il racconto di Cristina Costarelli, preside del Newton di Roma a L’Aria Che Tira: «Siamo rientrati senza un minimo screening sistematico sul fronte tamponi. Alle 9 avevamo un ragazzo con 38 di febbre a scuola. Abbiamo eseguito la procedura alla lettera: lo abbiamo portato nell’aula Covid, avvisato i genitori. Noi non misuriamo la temperatura agli studenti perché non è obbligatorio, ma i genitori hanno la responsabilità di controllare».

DOPO UN ANNO sembra che il governo si sia deciso a elaborare un protocollo unico nazionale in caso di contagi a scuola. Tra le prescrizioni previste il divieto di sostare alle macchinette, niente riunioni e assembramenti, unico momento di incontro sarà a distanza in classe. In questo clima da caserma sarà definita la durata della quarantena, tamponi e tempi della Dad per i contagiati, sarà regolata la questione delle assenze e anche il rapporto con le Asl che oggi è un altro fattore di confusione. Sarà discussa e votata martedì prossimo alla Camera la mozione dei Cinque Stelle che impegna il governo «a intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici».


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