Ricercatori, la Commissione cancella la norma del governo Su assunzioni e accessorio saltano i tetti di spesa
La previsione iniziale della legge di bilancio era stata fortemente contestata da università ed enti
La VII commissione del senato ha cancellato i tagli ai fondi per l'assunzione dei ricercatori. Il 12 dicembre scorso, infatti, l'organo collegiale ha cassato con un colpo di spugna l'articolo 29 del dispositivo. Testo che ora è espunto anche nel maxiemendamento su cui si andrà al voto al senato. Che prevedeva una riduzione delle risorse per le assunzioni dall'80 al 70% dei fondi a disposizione degli enti di ricerca per il reclutamento del personale.
La previsione cancellata dalla commissione prevedeva una modifica dei parametri in materia di spese per il personale e di assunzioni degli enti pubblici di ricerca, prevedendo, in primo luogo, l'abbassamento (dall'80 al 70%) del limite massimo per le spese complessive di personale. E poi disponeva la rideterminazione degli aggregati di entrata e di spesa per il calcolo dell'indicatore della spesa e un percorso di graduale riduzione delle spese per il personale in caso di superamento del limite massimo. L'articolo soppresso modificava, inoltre, il limite delle risorse per il trattamento accessorio del personale degli enti di ricerca, il cui ammontare non avrebbe potuto superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2016. Sempre per gli enti di ricerca, infine, sarebbe stato disposto un adeguamento, in aumento o in diminuzione, per garantire l'invarianza del valore medio pro-capite, riferito all'anno 2018, del fondo per la contrattazione integrativa, prendendo a riferimento come base di calcolo il personale in servizio al 31 dicembre 2018. In buona sostanza: il congelamento della spesa complessiva a prescindere dal numero degli addetti.
Pertanto, se l'organico fosse risultato in diminuzione, gli importi pro capite avrebbe subito un incremento. Mentre, se fossero risultati in diminuzione, l'importo pro-capite sarebbe stato proporzionalmente decurtato. La disposizione cassata dalla commissione, peraltro, avrebbe modificato l'indicatore del limite massimo delle spese di personale, che a legislazione vigente è calcolato rapportando le spese complessive per il personale di competenza dell'anno di riferimento alla media delle entrate complessive dell'ente come risultante dai bilanci consuntivi dell'ultimo triennio e non può superare l'80%.
Con le nuove disposizioni, infatti, tale indicatore sarebbe stato calcolato annualmente rapportando le spese complessive per il personale, di competenza dell'anno precedente a quello di riferimento, alla media delle entrate come risultanti dagli ultimi tre bilanci consuntivi approvati. Una previsione che era stata fortemente contestata da università ed enti di ricerca.