Ricerca sotto-finanziata Il governo ci ripensi, servono più risorse
Antonio Vicino Presidente del Consiglio Universitario Nazionale
Le dimissioni del ministro Fioramonti e la nomina del nuovo ministro Manfredi riportano in primo piano il grave problema del sotto-finanziamento del sistema universitario italiano. Il Consiglio Universitario Nazionale (Cun) ha richiamato in molti documenti la grave insufficienza delle risorse pubbliche destinate al sistema universitario. Questa situazione patologica è stata ulteriormente aggravata dall’ultima legge di bilancio: dovremmo ricordarci che non c’è futuro per un Paese che non crede e non investe nel proprio sistema della formazione e della ricerca. Il Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università non consente agli Atenei di programmare il reclutamento del personale indispensabile per migliorare la qualità della ricerca, dell’offerta formativa e per ringiovanire il corpo docente. Senza nuove risorse volte a incrementare il rapporto docenti/studenti, l’auspicato aumento delle immatricolazioni non si trasformerà nel necessario incremento del numero dei laureati. Considerare prioritari solo temi emergenziali e di breve periodo, trascurando gli investimenti in cultura, formazione e ricerca, è una strategia miope che a lungo andare non potrà che riflettersi negativamente sulle capacità del nostro sistema-Paese di sostenere la crescita economica, la conoscenza, l’innovazione e la competitività. Il Cun confida in un ripensamento del Governo sul finanziamento del sistema universitario. Dalla crisi del 2008, l’università italiana resta sottofinanziata di almeno un miliardo di euro. Sono necessarie importanti risorse aggiuntive per avviare un processo stabile di reclutamento di giovani e nuove risorse per i dottorati di ricerca, terzo livello della formazione superiore sempre più importante anche per il mondo delle imprese e dell’amministrazione pubblica. Solo in questo modo si potrà sostenere quello sviluppo di cui il nostro Paese ha un ineludibile bisogno.