Ricerca, "Servono nuove politiche". Nicolais: "L'interlocutore è il Mef"
"Ancora oggi noi siamo il fanalino di coda dell'Europa negli investimenti per la ricerca e questo ovviamente ci danneggia fortemente, abbiamo bisogno di politiche economiche che riconoscano la ricerca come primo punto".
Maurizio Papa
BOLOGNA - "Ancora oggi noi siamo il fanalino di coda dell'Europa negli investimenti per la ricerca e questo ovviamente ci danneggia fortemente, abbiamo bisogno di politiche economiche che riconoscano la ricerca come primo punto". E' l'appello lanciato da Luigi Nicolais, presidente del Cnr, e già ministro con Romano Prodi, che oggi a Bologna ha tenuto una lezione davanti agli studenti del liceo scientifico Malpighi, su invito della preside Elena Ugolini, ex sottosegretario alla scuola nel governo Monti.
"La ricerca è un elemento essenziale per la competitività di un Paese, ne abbiamo bisogno perchè è l'unico modo per competere- sottolinea l'ex ministro per le Riforme e l'Innovazione nella pubblica amministrazione- è quello di introdurre nei nostri prodotti principalmente conoscenza". Questo in un mercato globale "è un elemento essenziale", ma "purtroppo la ricerca in genere è poco considerata- continua Nicolais- ancora si parla spesso di costi della ricerca e non ci si rende conto che questi sono invece i veri investimenti per il futuro del Paese". Per il presidente del Cnr, "non è il ministro della Ricerca il nostro vero interlocutore, ma quello dell'Economia e dello Sviluppo economico perchè l'impresa oggi deve guardare al futuro con nuove politiche che vedano una maggiore integrazione con la scuola e il mondo della ricerca". Bisognerebbe creare, dunque, un "sistema ricerca Italia", afferma Nicolais. "Se investissimo in ricerca non ci sarebbe la fuga dei cervelli", aggiunge l'ex ministro: purtroppo questo "non lo facciamo, non assumiamo ricercatori, non diamo il giusto valore alla laurea e al dottorato, non riusciamo a capire che il Paese oggi è diverso di quello di 20 anni fa. Continuiamo solamente a pensare di risolvere i problemi cercando di intervenire sui punti di crisi" senza "pensare al futuro". Continuando su questa strada, "il problema della fuga dei cervelli non lo risolviamo", avverte Nicolais.
"I giovani hanno bisogno di stimoli, purtroppo le nostre televisioni e i nostri giornali dimenticano di mettere in evidenza la parte più bella della conoscenza, cioè trovare qualcosa di nuovo- continua il numero uno del Cnr- mentre molto spesso riportano solo i problemi". E' per questo che Nicolais partecipa ad iniziative come quella di oggi al liceo Malpighi: "E' estremamente importante far capire ai ragazzi come funziona la ricerca, io credo che portare la ricerca a scuola è molto più importante che portare i giovani a vedere i laboratori di ricerca". Entrambe le cose "sono utili, perchè i ragazzi diventano motivati nelle loro scelte- conclude l'ex ministro- si rendono conto del mondo che cambia intorno a loro e possono anche meglio apprezzare le materie tradizionali".
La lezione con Nicolais rappresenta "un appuntamento importante che fa capire come dovrebbe essere fatta scuola tutti i giorni", sottolinea Elena Ugolini, preside del Malpighi ed ex sottosegretario all'Istruzione. "E' importante che i ragazzi studino le loro materie con professori preparati e appassionati ma è fondamentale aprire delle finestre sul mondo della ricerca, del lavoro, dell'impresa e dell'innovazione- aggiunge Ugolini- perchè questo aiuta i ragazzi a motivarsi e anche a scegliere cosa fare da grandi". A questo proposito, la dirigente scolastica si sofferma sul recente boom di iscrizioni alla facoltà di Lettere dell'Università di Bologna. "Sono rimasta sconcertata", afferma Ugolini: "A queste 3.400 persone vorrei chiedere il perchè" di questa scelta. "Io ho fatto filosofia e sono contentissima di aver fatto studi umanistici, ma bisognerebbe capire- chiosa l'ex sottosegretario- che prospettive si scelgono per il proprio futuro".