"Ricerca, le nomine le decido io" diktat della Gelmini, rivolta al Cnr
L´ipotesi di un ministro nomina-tutto ha fatto saltare la rabbia del Consiglio Nazionale delle Ricerche
ELENA DUSI
ROMA - Il ministro dell´Istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini tenta ora l´affondo sul Cnr, il più grande ente di ricerca italiano. "Si ritiene opportuno che la nomina del Direttore Generale sia riservata al Ministro" e "i poteri di spesa non possono che far capo al Direttore Generale" sono due delle clausole che la Gelmini vuole inserire nello statuto dell´ente attualmente in discussione, insieme a quella secondo cui "è necessario esplicitare che i componenti del Consiglio di Amministrazione sono nominati dal Ministro dell´Istruzione, Università e Ricerca". L´ipotesi di un ministro nomina-tutto ha fatto saltare la rabbia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, un ente con quasi 8mila dipendenti di cui oltre l´80% scienziati (dei precari, stimati in 4-5mila, si è perso il conto esatto) e un bilancio che supera il miliardo. Sia mercoledì che ieri il Cda chiamato a discutere le proposte Gelmini è stato interrotto dall´irruzione dei ricercatori nella Sala Fermi. «Non vogliamo le proposte del ministro, la Costituzione protegge l´autonomia della ricerca» hanno ripetuto, rifiutando di abbandonare l´aula e costringendo i consiglieri a prendere un nuovo appuntamento per mercoledì prossimo. Ieri i ricercatori hanno occupato tutto il primo piano dell´edificio di epoca mussoliniana, gridando "Ricerca libera" dalle finestre. |