Ricerca, la beffa dei premi ai giovani:sessantasei progetti senza un soldo
All’esame del Tar il concorso del 2008: molti “meritevoli” non hanno avuto fondi
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
ROMA - Per vedere riconosciuto il loro merito non gli resta che sperare nei giudici. È la storia di trenta ricercatori che pur essendo stati giudicati meritevoli nell’ambito di un concorso per under 40 lanciato nel 2008 dal ministero dell’Università sono rimasti a bocca asciutta, senza finanziamenti. La commissione di valutazione aveva sollecitato il Miur a trovare altri fondi per sostenere tutti i progetti che avevano superato con successo le selezioni, ma non c’è mai stata risposta. Così è partito un ricorso al Tar. Mercoledì i giudici entreranno nel merito della questione.
Nel frattempo il ministero ha lanciato la seconda edizione del bando per under 40 “Futuro in ricerca”. Sul piatto ci sono 50 milioni, come la prima volta, le scadenze per la partecipazione sono fissate a dicembre. Ma anche sul nuovo concorso è polemica. Il bando è del 27 settembre e indica tre categorie di partecipanti per fasce di età e posizione lavorativa. Ma i requisiti richiesti sono finiti nel mirino dei ricercatori e del Cun, il Consiglio universitario nazionale, che ha chiesto di allungare i tempi per la presentazione delle domande perché troppo brevi e di “attenuare la rigidità dei criteri” di adesione allargando la fascia di età di partecipazione fra i ricercatori più giovani per evitare di escludere dei meritevoli per pochi mesi di differenza nella data di nascita. Il ministero ha detto sì alle modifiche, il 26 ottobre è arrivata la rettifica. «Ma il criterio anagrafico - spiega un giovane che parteciperà e che preferisce l’anonimato per evitare “penalizzazioni”- resta discriminatorio, è contro la carta dei diritti dei ricercatori. Sarebbe più logico indicare un numero massimo di anni dal conseguimento del dottorato perché se uno lo ha preso da dieci anni o più non è certo un giovane ricercatore. Con il criterio indicato c’è chi resta fuori per pochi mesi di differenza nella data di nascita. Inoltre ai ricercatori e ai docenti in possesso di un contratto a tempo indeterminato, che già hanno un luogo certo dove fare ricerca e che sono i più anziani partecipanti al bando, non viene imposto il vincolo di aver pubblicato su riviste internazionali, mentre a chi è precario e più giovane sì». Quanto agli strascichi della passata edizione, mercoledì entrerà nel vivo il ricorso al Tar presentato dai trenta di ricercatori i cui progetti sono stati giudicati «finanziabili ove le risorse lo consentano». La storia è questa: al primo bando nel 2008 hanno aderito in tanti, sono arrivati 4mila progetti. L’aspettativa era altissima. La commissione, dopo mesi di lavori e tanti ritardi, ne ha presi in considerazione 204, una minima parte, e ha deciso, solo a marzo 2010, che 105 erano «da finanziare», 66 erano «finanziabili ove le risorse lo consentano», 33 sono stati bocciati. I primi 105 stanno avendo i loro soldi. Gli altri 66 sono rimasti a bocca asciutta anche se la commissione ha fatto pressioni sul Miur scrivendo nel proprio verbale finale che era «indispensabile» finanziare questi progetti. Per farlo servivano 20 milioni. Ad oggi non c’è stata risposta. Nel frattempo diversi delusi della prima edizione sono andati a lavorare all’estero: un provvedimento che doveva arginare la fuga di cervelli ha ottenuto l’effetto contrario. «Alcuni di noi sono partiti - spiega un ricorrente - e chi è rimasto non intende partecipare al nuovo bando. Ci sentiamo presi in giro: abbiamo perso mesi per scrivere i progetti, mesi per aspettare una risposta e anche se la commissione ha detto che i nostri progetti sono da finanziare il ministero non l’ha ascoltata. Non si capisce perché l’abbia nominata allora». I ricorrenti, fanno notare che le risorse per finanziare tutti i progetti meritevoli c’erano: un decreto ministeriale del 18 novembre 2009, si legge nel documento di ricorso, ha destinato «altre risorse per 50milioni a iniziative per i giovani ricercatori». La norma è citata anche nei decreti con cui gli autori dei 204 progetti selezionati sono stati invitati dalle commissioni per essere ascoltati prima del verdetto finale. E comunque i 50 milioni del bando del 2008 non sono stati usati tutti: per i 105 progetti vincitori ne sono stati stanziati poco più di 45, come si legge nel verbale della commissione. All’appello ne mancano oltre 4 che i commissari avevano chiesto di usare per premiare almeno una parte dei 66 progetti meritevoli rimasti esclusi. Chi ha fatto ricorso ora chiede il conto. «Hanno cercato di darci il contentino scrivendo nel bando 2010 che chi era risultato meritevole nel primo ma non era stato finanziato avrà un bonus di tre punti - racconta il ricorrente - ma ormai molti di noi hanno superato i limiti di età e chi può non partecipa, per evitare nuove prese in giro. Chiudo dicendo che la commissione che ha valutato i 204 lavori selezionati fra i 4mila inviati era ristrettissima: chi aveva un progetto magari di area medica poteva anche essere giudicato da un docente di area differente».