Ricerca, Giannini: "Piano assunzioni per seimila giovani l'anno"
Così il ministro Stefania Giannini durante la Giornata della ricerca al Campus bio-medico di Roma.
ROMA - "In un campo come quello della ricerca occorrono due tipi di provvedimenti: uno agile e veloce per l'emergenza e una legge delega che metta a sistema alcuni principi fondamentali. L'emergenza è un grande piano di assunzione di giovani ricercatori. Tra università ed enti di ricerca dovrebbe trattarsi di almeno 6mila giovani all'anno, per un periodo di medio termine, almeno 4 anni. Il presidente Renzi aveva indicato una cifra di circa 600 milioni per questa necessità". Così il ministro Stefania Giannini durante la Giornata della ricerca al Campus bio-medico di Roma.
FINANZIAMENTI, RIORDINO CENTRI E GOVERNANCE - "Il tema della ricerca biomedica oggi rappresenta quasi la metà della ricerca scientifica nella sua totalità per numero di ricercatori, per finanziamenti, per sviluppo tecnologico e per le scoperte in questo settore. Ha quindi un ruolo cruciale, anche in un contesto europeo. Ieri è iniziato il semestre di guida italiana, è il momento di interrogarsi su quali priorità il nostro Paese intenda portare in Europa. Negli ultimi 15 anni la ricerca scientifica italiana si è classificata al settimo posto del ranking internazionale. E questo grazie al lavoro dei centri di eccellenza". L'ha dichiarato il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, durante la Giornata della ricerca al Campus bio-medico di Roma. "Quello che il nostro Paese non ha risolto, perchè non ha affrontato il problema- ha aggiunto- è lo squilibrio tra le componenti interne. Tra i 48 ospedali Irccs riconosciti dal ministero della Salute, 18 sono al Nord e in particolare in Lombardia e hanno quasi il 50 per cento dei finanziamenti globali. È un sistema che va ripensato. E per quanto riguarda i finanziamenti alla ricerca nel settore biomedico, va bilanciato il finanziamento di tipo individuale e quello pubblico. E questo vale anche sul piano della ricerca sul fronte industriale. Per questo è importante concentrare l'azione del Miur sul rafforzamento del sistema pubblico della ricerca e sostegno a quella privata che crea rapporti di partenariato virtuoso". Giannini ha anche richiamato l'attenzione sul lavoro del Governo sul riordino dei centri di ricerca italiana. "Ci siamo posti degli obiettivi necessari perché la ricerca italiana riprenda slancio- ha detto- Vanno fatte alcune scelte strategiche, oltre, chiaramente, a un finanziamento competitivo sul piano internazionale. Innanzitutto lo sviluppo e l'attrazione di capitale umano qualificato da inserire nello sviluppo dei progetti. Chiamare qualcuno da inserire in un gruppo di ricerca non deve essere un percorso a ostacoli. Seconda cosa: l'identificazione di numero di grandi sfide tematiche di impatto sulla vita dei cittadini non in prospettiva di interessi singoli ma globali. In questo è importante Horizon 2020. Il ministero finanzierà soprattutto programmi di questo tipo in maniera sintonica con il grande progetto europeo, piuttosto che disperdere in azione frammentata. Infine, l'approvazione di un modello strutturale preciso ed efficace per interazione tra pubblico e privato". Anche sul tema della governance "ci siamo dati tre obiettivi specifici. In primo luogo, l'Italia ha bisogno di uno strumento di coordinamento e riflessione, di indirizzo dell'attività. Va poi rivisitato il vasto panorama degli enti di ricerca: sono 23 nazionali, 12 sotto tutela Miur, altri 9 variamente tutelati dal ministero di riferimento. Spesso, però, c'é una difficoltà di dialogo costante e continuo. Non possiamo più permetterci tutto questo. Non significa tagliuzzare, ma lavorare coordinatamente per aggregazioni tematiche. Se continuermo a dare queste piccole risposte e a continuare ad aver fiducia nel settore della ricerca scientifica- ha concluso Giannini- credo che questo Governo possa definirsi rivoluzionario".