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Retescuole: Voi siete qui !

di Andrea Bagni

09/05/2007
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Retescuole

Chi insegna storia dovrebbe ringraziarlo tutti i giorni questo papa, benedetto pastore tedesco. Quante volte ho trovato ragazze che mi chiedevano, Ma perché si deve studiare storia, a che diavolo serve questo passato morto e sepolto. Una mi disse, Non era vivo mio padre e nemmeno mio nonno – si può andare più indietro ancora, nella notte dei tempi? Tempo perso. E mica si può dire della storia maestra di vita, che guardando indietro si impara. Mica sono sceme le ragazze. Si è visto come si è imparato. Il passato non ha mai aiutato a capire e ad evitare.
Ma in aprile abbiamo trovato sul manuale (Giardina, De Corradi, Gregori, per Laterza) questa teoria della sovranità medievale:

Il loro compito sulla Terra era quello di sradicare il male. Stabilire che cosa fosse il male era però compito del pontefice, l'unico che avesse una “scienza” adatta al compito. Il sovrano era quindi considerato come un organo ausiliario, incaricato di assistere il papa nel suo supremo governo.

Vengono in mente quei cartelli che dicono, Voi siete qui. Siamo sempre qui, infatti, nel pieno del medioevo. Tutti se ne accorgono in classe. Forse agisce il concetto del male. La paura. Da dove viene se no questa ingerenza clericale ottusa e bigotta. Dove trova senso e forza se non nella paura. Che è una categoria intensamente politica. Con la democrazia non siamo al sicuro, non si va da nessuna parte. Almeno da nessun parte certa. Tutto è messo in discussione nel dibattito. Dicono che si tratta di cercare insieme, ma se una verità viene messa in minoranza, non per questo è meno Verità. E poi se si può fare tutto chi ci dirà dove fermarci? Bagnasco è stato chiarissimo: si comincia con le famiglie strane e poi arriva l'incesto e poi la pedofilia. E dopo l'eutanasia l'eugenetica nazista. Non c'è nessuna creatività umana che possa trovare da sé i suoi limiti. C'è la Creazione, punto. Non c'è un mondo comunicativo comune, cuore della democrazia, che non ammette verità assolute indiscutibili. C'è la Verità, punto. Non c'è nessun rappresentante del popolo che al popolo deve rendere conto. Si rende conto a Dio, cioè alla Chiesa. I politici devono obbedire a chi possiede la verità in materia di bene comune (salvo per quanto riguarda la vita privata, che per i parlamentari cattolici sembra essere incasinata – ma questa è roba che riguarda i fotografi).

Pare di sognare. Bisognerebbe avere il coraggio di scrivere che questa Chiesa è incompatibile con la democrazia. La democrazia è fondata sull'idea della dignità umana e sulla ricerca comune. Sull'agorà come luogo orizzontale, senza troni per portavoce di trascendenze. E sulla rinuncia a una visione strumentale dello stato – per realizzare la Verità o la Rivoluzione – in nome di un percorso aperto di liberazione permanente, senza certezze istituzionali finalistiche. Si può in¬ventare il nostro mondo, cercare di cambiarlo, fare i conti con un'identità umana complessa senza cadere nel sogno tecnologico dell'onnipotenza. Pensare anche il sacro, ma non come confine indicato dalle Autorità.
Ma nella discussione in classe arrivano anche gli islamici. In un programma televisivo di Gad Lerner il membro di una comunità del nord ha detto, Per noi la famiglia è il cuore della società, noi di¬ciamo alle nostre donne di essere coperte perché l'uomo è uomo e se si mette il burro accanto al fuoco non ci si può stupire se si scioglie. Non lo dite anche voi cattolici? Troppa libertà è un pericolo per la stabilità della famiglia, e la stabilità della famiglia è il bene supremo della società. Non lo dice anche il papa Ratzinger? Lo dice, lo dice. Più che uno scontro di civiltà sembra un incontro di tenebre. E crede così poco all'amore coniugale che pensa che se scompaiono i privilegi giuridici per la famiglia “naturale”, scomparirà anche quella. Lo stato deve tradurre in realtà la voce dei “custodi di una Verità e di una Sapienza che traggono la loro origine dal Vangelo”, recita la nota dei vescovi. Ormai una sorta di Suprema Corte Incostituzionale, che si immagina dovrebbe valutare ogni legge della repubblica.

Certo la paura agisce anche su ragazze e ragazzi. E la vicenda di Giovanni Paolo II dimostra che i valori forti e le grandi narrazioni hanno il loro fascino. Però poi i giovani sono anche attaccati molto alla loro apertura al mondo, mi sembra. Non rinuncerebbero facilmente alla fiducia e all'invenzione di sé. Non rinuncerebbero alla libertà. Inventarsi resta certo difficile – festeggiati come si è dal mercato che traduce tutto in facilità di consumo. E poi la democrazia realizzata è quello che è: mimesi del marketing e pubblicità per volti da vendere. Tuttavia nessun dubbio fra i giovani sul caso Welby e sulle chiese chiuse al suo funerale. Orribili, disumane. E in quella vicenda era più naturale vivere con le macchine o morire con decenza, liberamente? Siamo un po' tutti mezzi cyborg.
I marziani però sono quelli che vengono dal medioevo.
Che ci restino pure. Con le loro paure, il loro disamore, la loro guerra agli umani.


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