Retescuole: Scuola primaria: solo chiacchiere e nemmeno buone
una cattiva informazione e tanta superficialità a mezzo stampa non colgono il cuore della politica governativa sulla scuola, rappresentata dall’art. 64 della finanziaria, con i suoi 8 miliardi di tagli
L’alta marea della protesta, partita dalle scuole elementari ed esplosa in tutta la scuola e l’università ha indotto il governo a fare alcuni passi indietro, culminati con il rinvio della riforma delle scuole superiori. Il crollo dell’apparato ideologico di sostegno ai tagli rappresentato dall’apologia del maestro unico, sostenuto trasversalmente anche da editorialisti presuntuosi quanto ignari di scuola, e ridotto a modello a richiesta delle famiglie è un altro risultato. Purtroppo però una cattiva informazione e tanta superficialità a mezzo stampa non colgono il cuore della politica governativa sulla scuola, rappresentata dall’art. 64 della finanziaria, con i suoi 8 miliardi di tagli. E’ alla luce di questo che vanno interpretate le continue dichiarazioni della ministra sul fatto che non è cambiato nulla. Ha torto e ha ragione al tempo stesso. Ha torto perché la presa di parola di genitori, insegnanti e studenti ha smascherato e sta ostacolando un disegno organico di liquidazione di un bene pubblico. Ha ragione, purtroppo, se genitori ed insegnanti in particolare scambieranno le parole di trionfo dei partiti di opposizione per realtà.
Infatti nessuna correzione legislativa è stata fatta alle elementari, nessun impegno è stato preso per ridurre i tagli, nessuna garanzia è stata data sul tempo pieno. Anzi, la ministra ha detto che la copertura delle ore richieste dai genitori sarà assicurata eliminando le compresenze e ha ribadito che si assicurerà la copertura oraria e non la contitolarità dei 2 docenti per classe nel tempo pieno o dei 3 docenti in due classi a modulo. Compresenze (cioè uscite didattiche, laboratori, attività di recupero) e contitolarità (insegnanti “alla pari” che garantiscono il meglio delle loro competenze nelle varie aree disciplinari): cioè l’essenza della scuola pubblica di qualità. E’ questo che si vuole tagliare. E’ questo che il movimento delle scuole dovrà difendere fin dai prossimi giorni. Mirco Pieralisi
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