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Retescuole: Perché c'è differenza tra il giorno e la notte?

Se la Scuola dovrà preparare esclusivamente gli studenti a superare con successo i test, allora siamo finiti.

01/01/2008
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Retescuole

Perché c'è differenza tra il giorno e la notte?

Pochi giorni fa il Senato ha approvato definitivamente la Legge Finanziaria 2008, come al solito per la Scuola è andata malissimo. Dopo 3 mesi di dibattito parlamentare non è cambiato nulla rispetto a quanto previsto dal disegno di legge approvato dal Governo alla fine di settembre: tagli al personale Docente e ATA, innalzamento del rapporto alunni/classe, blocco del numero totale degli insegnanti di sostegno e per finire sperimentazione in alcune regioni di modelli di razionalizzazione degli organici, che in altri termini equivale a dire altri tagli. Come si può allora definire l’interesse per la Scuola mostrato da questo Governo e dai Partiti che lo sostengono? Inesistente.
Le contraddizioni sono molte tra quanto si dichiara e quanto effettivamente si realizza. Una per tutte.
Il 28 dicembre il Governo ha approvato il disegno di legge per la ratifica della Convenzione sui diritti per le persone con disabilità. All’art. 24, comma 2, lettera d della Convenzione si legge: le persone con disabilità ricevono il sostegno necessario, all’interno del sistema educativo generale, al fine di agevolare la loro effettiva istruzione. Benissimo, peccato però che qualche giorno prima con la legge Finanziaria si è stabilito che il numero di insegnanti di sostegno non potrà superare 93.700, anche se negli ultimi tempi le richieste sono aumentate di 3.000 unità ogni anno.
Splendido esempio di coerenza!
Finite le feste sarà tempo di iscrizioni e le contraddizioni che salteranno fuori anche in questo caso saranno numerosissime. Due per tutte.
Come al solito per via dell’organico il Tempo Pieno non potrà essere garantito a tutti quelli che lo richiederanno, la stessa Circolare sulle iscrizioni lo ribadisce. Le scuole raccoglieranno le iscrizioni, ma non potranno garantire nulla visto che prima di marzo non si avranno notizie certe sull’organico. In ogni caso con i tagli previsti in Finanziaria è certo che, indipendentemente dalla tempistica, non tutte le richieste di Tempo Pieno potranno essere soddisfatte. Anche se in maniera confusa il Tempo Pieno sulla carta è stato ripristinato, ma non assolutamente nei fatti.
Per effetto dell’obbligo di istruzione gli studenti che frequentano oggi la terza media dovranno iscriversi ad un istituto superiore oppure a un centro di formazione professionale. La Circolare sulle iscrizioni detta indicazioni su come istituti e cfp dovranno gestire le iscrizioni in esubero. Se ci fosse un biennio, non dico unico, ma almeno unitario il problema non si porrebbe perlomeno in linea di principio. Cosa accadrà invece a uno studente che vorrà iscriversi per esempio al liceo scientifico e vedrà respingersi la domanda di iscrizione da tutti i licei scientifici della sua città?
Ti obbligo ad andare a scuola, ti dico anche che puoi scegliere in quale istituto andare, ma se non trovi posto fatti tuoi.
Andiamo oltre e parliamo di obbligo di istruzione.
Il 27 dicembre, a 4 mesi dall’inizio delle lezioni, Fioroni ha pubblicato le linee guida per l’obbligo di istruzione. Il provvedimento completamente in ritardo è decisamente peggio delle più pessimistiche previsioni. Oltre a ribadire l’equivalenza dei bienni, non impone alle scuole nessun tipo di progettazione e sperimentazione, tutto è lasciato alla buona volontà e all’interesse dei Collegi dei Docenti. Per il momento l’obbligo sembra restar sospeso tra la terra e il cielo in attesa di quello che produrrà il prossimo anno la Commissione, recentemente istituita, per la riforma del sistema di istruzione tecnica e professionale.
Che l’obbligo si possa assolvere solo a scuola ormai possiamo scordarcelo. Il Decreto interministeriale (MPI – MLPS) che autorizza fino al 2008/2009 l’assolvimento dell’obbligo anche nei centri di formazione professionale è stato pubblicato a fine novembre. La riforma del sistema di istruzione superiore partirà dal 2009/2010 e nel frattempo capiremo se il doppio canale della Moratti continuerà ad esistere, niente lascia pensare che possa accadere qualcosa di diverso, oppure no.
Per il momento la cosa più preoccupante è l’equivalenza tra bienni: porsi come obiettivo il raggiungimento delle otto competenze chiave, individuate a livello europeo, è una scelta di basso profilo che vuole solo garantire a tutti la possibilità di competere nel mercato del lavoro all’interno del mondo globalizzato, nient’altro. In Europa un sistema di istruzione è efficiente se permette di raggiungere le otto competenze chiave, ed è equo se permette a tutti di raggiungerle.
Un’elevata competitività nel mondo del lavoro produce un forte contenimento dei salari e quindi costringe i lavoratori, per poter vivere dignitosamente, a svolgere ore di lavoro straordinario oppure a competere tra di loro per avere accesso ai compensi stabiliti dalla contrattazione decentrata e legati alla produttività. Tutto questo indebolisce la contrattazione nazionale, non genera occupazione stabile, ma solo precarietà.
Il protocollo sul welfare, ormai legge, si muove in questa stessa direzione, intanto in fabbrica, e non solo, si continua tragicamente a morire.
A proposito di salari parliamo brevemente di quelli dei lavoratori della Scuola. Secondo il Governo i lavoratori dovrebbero gioire perché invece di ricevere in busta metà degli arretrati, perché l’altra metà non la riceveranno mai, in ritardo di 25 mesi, il ritardo sarà solo di 24.
E per il prossimo biennio economico 2008/2009? Neanche un centesimo di euro previsto dalla Finanziaria 2008. Prodi ha tanto criticato Berlusconi per non avere previsto nella Finanziaria 2006 nulla per il rinnovo contrattuale del biennio economico 2006/2007, e adesso si comporta esattamente nello stesso modo. Anche in questo caso splendido esempio di coerenza!
E poi arriviamo all’efficientismo tanto sbandierato da Fioroni.
La reintroduzione degli esami di riparazione a settembre rappresenta solo l’ultimo di una serie di provvedimenti che non risolvono i problemi reali della Scuola. Dalla caccia ai telefonini accesi, siamo passati all’inasprimento delle sanzioni disciplinari per gli studenti, all’incompatibilità ambientale per i lavoratori decisa dai dirigenti, per poi giungere al “patto sociale di corresponsabilità con le famiglie” finalizzato solo ad una responsabilità di tipo risarcitorio e quindi pecuniario. Su tutti e su tutto incombe l’inevitabile necessità di rigore: la scuola deve essere selettiva. Quindi bisogna bocciare di più perché gli “asini” non possono andare avanti, devono andare a lavorare, non a scuola. Solo per i meritevoli ci sarà futuro, le ultime novità per l’accesso alle università a numero chiuso sono molto chiare in merito. Ma se tra uguali il merito premia il migliore, tra diseguali chi premia?
Per finire. Negli scorsi giorni in molti, ministri compresi, hanno urlato allo scandalo perché la Moratti a Milano non accetta nelle scuole materne i figli dei migranti “clandestini”. Peccato che questo accada già da un anno. In ogni caso ci ritroviamo ancora con la Bossi – Fini e con un nuovo decreto sulle espulsioni il cui testo non è ancora consultabile.
A fronte di tutto questo l’ultima emergenza è stata scatenata dai risultati PISA – OCSE del 2006. I nostri quindicenni non sanno perché c’è differenza tra il giorno e la notte. Tutto è finalizzato a rendere inevitabile l’introduzione di un sistema di valutazione per tutto e per tutti, così come ha reclamato lo stesso Dini nel suo recente ultimatum al Governo. Se la Scuola dovrà preparare esclusivamente gli studenti a superare con successo i test, allora siamo finiti.
Milano, 31 dicembre 2007
Mario Piemontese


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