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Retescuole: Adesso basta! di Marta Gatti

Non possiamo accettare che 4 righe di un decreto siano sufficienti per motivarci pedagogicamente un cambiamento così strutturale della nostra pratica educativo-didattico.

08/10/2008
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Retescuole

di Marta Gatti

Sono almeno 10 anni che, cambiando il Governo, i Ministeri dell'Istruzione si arrabattano ad inventare modifiche "creative" alla scuola (soprattutto elementare) con l'intento di passare alla storia come grandi innovatori o salvatrici delle giovani generazioni.
Ad ogni minimo cambiamento, all'interno delle scuole i dirigenti più zelanti, riuniscono immediatamente Collegi per apportare cambiamenti, istituiscono Dipartimenti per far ricadere nella quotidianità dell'operato delle scuole quello che altri partoriscono nel chiuso delle aule parlamentari.
Ed ecco che rivediamo i nostri curricoli adattandoli alle Indicazioni Nazionali , poi l'anno dopo escono le UdA e allora tutte a programmare per unità di apprendimento con uno spreco inverecondo di energie e tempi. Ci inventano poi il portfolio e facciamo a gara a chi lo inventa più adeguato alla realtà della propria scuola. Poi le Indicazioni non vanno più bene e ci inventano le Indicazioni per i curricoli e i Piani si studio e allora, da capo tutto, quello che abbiamo fatto non va più bene, si ricomincia.
Tagliano il tempo scuola? Mettono le ore opzionali? E noi subito pronti a trovare strategie più o meno efficaci per tamponare il tamponabile.
Modificano geneticamente la nostra pratica valutativa ( che gli Ogm non sono niente in confronto!!) da un giorno con l'altro? Ecco che subito i collegi sono chiamati a prendere decisioni su come organizzare questo cambiamento adattandolo ai nostri alunni e alunne ignari di tutto.
Bastaaaa!davvero. Non possiamo andare avanti così.
Prendiamoci il tempo per capire cosa ci sta succedendo, per discutere i cambiamenti e soprattutto non prendiamo decisioni didattiche -organizzative di nessun tipo all'interno dei Collegi Docenti /Consigli di Istituto.
Perché? Io penso che i motivi siano due:
primo: siamo maestre, siamo professioniste della didattica. Non possiamo accettare che 4 righe di un decreto siano sufficienti per motivarci pedagogicamente un cambiamento così strutturale della nostra pratica educativo-didattico.
Secondo: la legge 133 ,ex decreto Brunetta all'art.64 comma 4 recita: Per l'attuazione del piano di cui al comma 3, CON UNO O PIÙ REGOLAMENTI DA ADOTTARE ENTRO DODICI MESI DALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE DECRETO ..... si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale organizzativo e didattico del sistema scolastico, ....
E allora aspettiamoli questi regolamenti....
Poi decideremo cosa fare.
Che almeno siano costretti a sforzarsi di dare una parvenza pedagogica alla loro riforma che di pedagogica niente ha !!
Marta gatti


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