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Retescuole-A tavola...

A tavola... Alla Ministra Letizia Moratti Ho letto con attenzione lo schema di decreto legislativo per l'attuazione della legge 53/'03 nella scuola dell'infanzia e il 1° ciclo dell'istruzione. C...

23/10/2003
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Retescuole

A tavola...
Alla Ministra Letizia Moratti

Ho letto con attenzione lo schema di decreto legislativo per l'attuazione della legge 53/'03 nella scuola dell'infanzia e il 1° ciclo dell'istruzione. Ci sarebbero molte riflessioni da fare! Intanto voglio commentare la scelta di affidare il tempo mensa non più agli insegnanti statali, ma ad altro personale.

Perfetto, Ministra Moratti! La pensata è straordinaria: perché "sprecare" la competenza tutto-logica dei docenti per l'ora della mensa?

Forse che i bambini della scuola primaria (quella per intendersi a cui si accederà anche avendo compiuto da poco i 5 anni) non sanno impugnare correttamente le posate per tagliare la fettina di manzo? O non sanno versare l'acqua dalla brocca nel bicchiere? O si vergognano a chiedere un supplemento di pasta al burro (piatto popolarissimo, invocato dai più)?

E di che altro possono avere bisogno!

Se manca un fazzoletto per il naso, se all'improvviso scappa la pipì, se imperversa il singhiozzo, se se se& è sufficiente un adulto qualsiasi per risolvere il problema.

Peccato, Ministra Letizia, che lei non abbia mai condiviso i pasti a scuola con i bambini di quest'età. Perché le assicuro che è uno dei momenti più interessanti della giornata scolastica, a patto di sedersi al tavolo dei bambini, con l'intenzione di ascoltarli e chiacchierare con loro. Del più e del meno, del meno e del più, tra un boccone e l'altro.

Essere compagni di tavola mette tutti sulla stessa panca, senza cattedre, né sedie. Dividere gli stessi alimenti pone lo stesso problema di gusti a tutti, senza vantaggi per nessuno. Se il riso è una pappa o la pasta è troppo al dente o il cavolo non invita al sorriso, siamo tutti sulla stessa barca. Anzi, sullo stesso canotto, come quando la bottiglia d'acqua all'improvviso (ah, i fantasmi di mensa!) si rovescia e ci bagna gli abiti! Risate generali: "Ah ah, la maestra si è fatta la pipì addosso!"

Siamo compagni di tavola, ma i bambini sanno di avere un compagno speciale e ne sono fieri, quasi se lo contendono. "Oggi da me!", "No, da te c'era ieri!", "Allora vieni domani!", è bello sentirsi desiderati, non so se a lei, Ministra, capita nei banchetti ufficiali.

E quando siamo vicini di cosa si parla? A volte di fatti del giorno apparentemente banali ("Sai? Oggi vado a comprarmi le scarpe!"; "Hai visto Beautiful ieri sera? Ti sei persa una puntata eccezionale, lei& mentre l'altro&e allora&" ). Altre volte si parla per l'appunto di alimentazione: c'è chi mangia troppo e chi troppo poco, e di conseguenza c'è chi viene preso in giro perché è un "ciccione" e chi perché è un "nanerottolo". Non sono problemi da poco, se è vero che sono in aumento i bambini che soffrono di disturbi alimentari, bambini il cui disagio si manifesta proprio attraverso questo canale. Vederli "sul pezzo", vivere i loro rifiuti o la loro sregolatezza è parte portante del rapporto affettivo ed educativo. E se tra maestro e alunno non si stabilisce questo rapporto, è difficile poi parlare di didattica!

Ci sono poi dei pasti speciali, quelli che segnano una pietra miliare nella storia di due persone. Mi viene in mente il giorno in cui tra una pasta alle vongole e un bastoncino di pesce una bambina mi chiese cosa volesse dire essere lesbica. "Perché me lo chiedi?" risposi, bloccando il boccone di bastoncino tra i denti perché non mi soffocasse per l'emozione della domanda inaspettata. "Perché mi hanno detto che sono lesbica& perché quando giochiamo al dottore con le amiche ci diamo i baci!". "Sì - intervenne la compagna che ci stava di fronte e ascoltava lei ci dà i baci e noi non vogliamo!"

Che dirle, Ministra Letizia? Una patata bollente! Non restava altro da fare che parlare con tutti i bambini, con le colleghe, con i genitori, con il Dirigente Scolastico, infine con lo psicologo per rimettere a posto la questione che poi si è risolta semplicemente, con molto ascolto, molto dialogo e molto buon senso.

Altri pasti speciali: "La mamma ieri ha pianto&"; "Il nonno è all'ospedale&"; "Io con lui non ci gioco più perché mi ha rubato unafigurina& l'ha già fatto un'altra volta& è un ladro"& e giù un cucchiaio di minestrone o un morso alla mela.

Detto questo, Ministra Letizia, so che dovrò ubbidire alla nuova organizzazione da lei prevista. A fine mattina saluterò i bambini, andrò a consumare il mio pasto altrove, con il silenzio, l'ordine e la pace consoni alla dignità del mio compito istituzionale, e li riprenderò più tardi, o l'indomani, seduta dietro la cattedra. Quando faremo educazione alimentare parleremo dei principi alimentari e forse anche dei disturbi dell'alimentazione; quando sarà l'ora dell'educazione sessuale parleremo dell'apparato riproduttivo. Durante l'ora di italiano, se una bambina porrà la fatidica domanda dal suo banco, andremo a cercare sul vocabolario - e un po' sottovoce - la definizione di "lesbica", che secondo l'autorevole Zingarelli è "donna che pratica il lesbismo".

La saluto, Ministra Letizia, i miei compagni di tavola mi aspettano per le nostre chiacchiere e confidenze!

Anna Sarfatti (insegnante del tempo pieno di Tavernuzze, Impruneta - FI)


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