Resto del Carlino: Tempo pieno, tremila no al governo
Scuola: genitori, insegnanti, bimbi, sindacati, politici in corteo contro i tagli
di FEDERICA GIERI
LA TESTA è sotto il Gigante. La coda, al Diana. Se non oltre. Davanti Edoardo, 7 anni, con il suo ‘Attraversamento alunni in cerca di una scuola pubblica di qualità’. In fondo un megastriscione (‘Difendiamo la scuola di tutti e per tutti’), veterano di mille battaglie anti Moratti, ora anti Fioroni. Ovunque l’adesivo ‘Tagliamo le torte non i maestri. Salviamo il tempo pieno ora e sempre’.
ERANO 3.000 (2.000 per la Questura) i difensori del tempo pieno che, lungo via Indipendenza, hanno sfilato, cantato e fischiato contro i tagli della Finanziaria e il ministro dell’Istruzione. Un déjà vu meno ruggente rispetto al passato, ma più amaro. ‘Taglia Moratti. Taglia Fioroni — scrivono le scuole Romagnoli —, cambia il partito, ma non le intenzioni’. Sul cartello di Andrea si legge ‘Fioroni non siamo dei chiacchieroni. Vogliamo solo attenzioni e non amiamo paroloni’. Più avanti, ‘La Moratti ci ha lasciato e Fioroni ci hanno dato Nel cambio ci è andata male, la scuola è tale e quale’. Poche, come richiesto dai genitori senza etichette, le bandiere dei sindacati. Mescolati ai passeggini, bambini, mamme, papà e maestre. A metà corteo i sindaci di Casalecchio e San Lazzaro, Verdi, Il Cantiere, Rifondazione.
ALLA PARTENZA, in piazza XX Settembre, a dar fuoco alle polveri sono i rappresentanti nazionali dei sindacati di categoria. Più Francesco Scrima della Cisl scuola che Enrico Panini della Flc-Cgil. Scrima è durissimo: «Da parte della dirigenza regionale e provinciale non c’è stata una gestione degli organici puntuale, capace di dare risposta al fabbisogno. Qualcosa non ha funzionato». Se, dunque, Catalano e Marcheselli «non sono all’altezza, chiedo a Fioroni di inviare un dirigente ministeriale che faccia il punto della situazione. E dia a tutti il personale che serve». Un punto, quest’ultimo, su cui concorda Panini. «Tutte le richieste di tempo pieno tradizionale, incluse quelle nuove, devono essere garantite».
IN CALENDARIO i confederali hanno lo sciopero nazionale del 16 aprile. «Le scuole — avverte Panini, ricordando i soldi che Roma deve ancora mandare per pagare i supplenti — sono in mutande. Si stanno indebitando con le banche». Guarda a monte, Pino Turi della Uil scuola: «C’è un errore del governo in fase di Finanziaria. Hanno sottostimato l’aumento degli alunni e tagliato i posti. Non si può far cassa con la scuola».