Resto del CArlino: Tagli alla ricerca Mussi: un suicidio
Profondamente irritato anche il presidente della commissione sanità del Senato, Ignazio Marino (Pd): «Tagliare i fondi alla ricerca significa alzare bandiera bianca e dichiarare la sconfitta».
Finanziaria, primi sì della Camera
di OLIVIA POSANI
— ROMA —
LA FINANZIARIA lievita a 16,3 miliardi (quasi il 50% in più) e si farcisce di polemiche. La più dura per Prodi è quella che proviene da un suo stesso ministro: Fabio Mussi. Il titolare della Ricerca, poco prima che la Camera cominciasse a votare la fiducia al governo sui tre maxi emendamenti (tutti e tre approvati in nottata), si è accorto che i soldi per chiudere l’accordo con i padroncini dei Tir e per finanziare «tutta una serie di misure che servono a soddistfare questo o quel deputato», erano stati presi dalla tabella C. Quella che contiene tra l’altro le risorse destinate all’università e alla ricerca. Un taglio di ben 92,3 milioni che ha fatto sbottare il ministro di Sinistra democratica: «Questo è un suicidio per il Paese. Bisogna rimediare. Voglio subito rassicurazioni dal presidente del consiglio e dal ministro dell’Economia. Voto la fiducia — ha annunciato — ma il tema delle risorse per la formazione superiore, la ricerca e l’innovazione peserà come un macigno sul tavolo della verifica di gennaio». Profondamente irritato anche il presidente della commissione sanità del Senato, Ignazio Marino (Pd): «Tagliare i fondi alla ricerca significa alzare bandiera bianca e dichiarare la sconfitta».
ED È UN SÌ alla fiducia con riserva anche da parte del Pdci, come annuncia in aula Pagliarini: «Il nostro voto favorevole contiene una richiesta fortissima, quella di operare da oggi con grande discontinuità rispeto al passato». Un avvertimento che a Prodi arriva anche dai socialisti: «Con questa finanziaria si è chiuso un ciclo politico. Ora tocca a Prodi operare una svolta», sottolinea Villetti.
LA FINANZIARIA dai 1.192 commi, che pesa 3 miliardi e mezzo in più più rispetto alla versione uscita dal Senato e quasi cinque e mezzo in più rispetto al testo approvato dal consiglio dei ministri (era da 10,9 miliardi), provoca l’ira della Sinistra anche per quanto riguarda un comma sulla liberalizzazione delle ferrovie presentato all’utimo minuto dal governo. «E’ un regalo a Montezemolo e della Valle — attacca Brutti (Sd) — chiunque abbia la licenza di trasportatore ferroviario (è il caso dei due industriali, ndr) può mettere i treni sulle tratte remunerative. Si liberalizzano così le tratte economicamente più vantaggiose e si lasciano a carico dello Stato e di Fs pendolari e treni interregionali».
Al di là delle proteste (i poliziotti si lamentano per l’insufficienza delle risorse, la Cdl per i tagli al credito di imposta per il Sud, le vittime della mafia per non essere state perfettamente equiparate a quelle del terrorismo), la Finanziaria contiene anche novità dell’ultimissima ora: Mister prezzi dovrà sorvegliare anche le tariffe. Oggi dovrebbe arrivare il voto finale. Poi, da mercoledì, la manovra passerà al Senato per la terza lettura e il varo definitivo, che non sarà una passeggiata.