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Resto del Carlino: «Supplenti, per voi non c’è più un euro»

Conti in rosso, i presidi limitano al minimo le assunzioni di insegnanti pro tempore

12/11/2008
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Il Resto del Carlino

SPROFONDANO sempre più nel rosso i bilanci delle scuole bolognesi. Al punto da obbligarle a «chiamare i supplenti solo in caso di assoluta necessità — spiega Filomena Massaro, capo dell’istituto comprensivo 12 —. Non avendo, infatti, rassicurazioni sull’arrivo dei fondi, come posso continuare a indebitarmi?».
LA DOMANDA da mesi rimbalza di istituto in istituto. «Stiamo rilevando — denuncia Sandra Soster, segretaria provinciale Flc-Cgil — frequenti atteggiamenti timorosi nel chiamare i supplenti. Il problema è che siamo a fine anno e la liquidità in cassa ha raggiunto livelli drammatici. Perciò dove si può si evita di assumere i supplenti, ricorrendo molto alle risorse interne». Dall’insegnante con ore buche allo ‘smistamento’ dei bimbi con la maestra assente in varie classi.
IL NODO è sempre e solo quello: i soldi che lo Stato deve alle scuole, che li hanno anticipati per pagare gli stipendi dei supplenti, a partire dal 2006. Un ammontare che, ad esempio, per il comprensivo 12, si aggira sui 100mila euro. L’ultimo monitoraggio, curato dall’Ufficio scolastico regionale (Usre) e inviato a Roma venerdì scorso, dice come lo Stato sia debitore verso le sue scuole, cioè verso se stesso, di 11 milioni e 600mila euro: 9 milioni e 600mila in quota al 2006 (42 milioni in regione) e 2 milioni nel 2007 (9 milioni a livello regionale).
AVENDO in cassa questa voragine, cui non si sa quando lo Stato abbia intenzione di porre rimedio, le scuole di città e provincia sono arrivate a gennaio 2008 con i bilanci fortemente ‘tribolati’. E, infatti, al 30 settembre di quest’anno, la sofferenza complessiva di cassa ha tagliato il traguardo di 7 milioni di euro (30 milioni in Emilia Romagna). Ciò vuol dire che, tra la città e la provincia, la maggior parte dei presidi non ha ancora potuto pagare, ai docenti coinvolti, né gli esami di Stato di giugno-luglio né, tanto meno, il salario accessorio o le ore extra fatte. Operazioni che, per legge, devono essere liquidate entro il 31 agosto.
PER CONTRO, dall’indagine dell’Usre emerge che nel 2007 alcuni istituti hanno chiuso il bilancio in economia. Ovvero trovandosi nel cassetto soldi non spesi. Il tutto per un ammontare di quasi 2 milioni di euro (4milioni e 800 mila euro in regione). Federica Gieri


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