Resto del CArlino-Scuola, inizio nel caos"

IN CLASSEIeri prima campanella in diversi istituti della Regione fra cui Bologna e Modena. Mancano 2300 posti alle materne
"Scuola, inizio nel caos"
di Federica Gieri
"Le nostre scuole stanno male perché sono costrette a partire con gli stessi problemi dell'anno scorso per di più aggravati". Non usano mezzi termini Mauro Montagnani della Cgil-Flc e Lamberto Benini della Cisl Scuola ("tutti gli anni siamo abituati ad aggiungere un pezzettino al disastro") nel descrivere lo stato di salute degli istituti statali emiliano romagnoli, oggi più che mai costretti a navigare a vista in un mare di incertezze e confusione.
E' un quadro a tinte piuttosto fosche quello tracciato dai due sindacalisti. I quali, però, non mancano di sottolineare come alla fine "nonostante tutti i problemi chiosa Montagnani -, la scuola continua a funzionare grazie alla fatica di chi ci sta dentro".
Molte le note stonate di questo nuovo anno scolastico che, pur partendo ufficialmente il prossimo 19 settembre, di fatto ha già preso il largo grazie ai molti rientri in classe anticipati come ieri per esempio a Bologna e Modena dove hanno aperto molti istituti. A guidare la classifica di ciò che non va, ancora una volta, non ci sono solo i 2300 bimbi di tre anni rimasti fuori dalla materna statale: un caso per il quale l'assessore regionale alla scuola Mariangela Bastico ha chiesto un incontro urgente al ministro Moratti. Di questi 2300 esclusi 600 sono a Bologna, 148 a Ferrara, 109 a Forlì-Cesena, 252 a Modena, 249 a Parma, 230 a Piacenza, 315 a Ravenna, 222 a Reggio Emilia e 231 a Rimini. Poi c'è la carenza di personale sia docente che tecnico-amministrativo.
Negli ultimi anni, spiega Benini "ad un forte incremento degli studenti non è seguito uno adeguato di docenti". Ma non solo. "Il numero dei precari gli fa eco Montagnani non tende a calare. Anzi". Il gioco del ministero che annuncia sempre la copertura di tutti i posti, per via Milazzo e via Marconi, è presto detto. Le immissioni in ruolo (assunzioni a tempo indeterminato) sono calcolate, più o meno, sull'organico di diritto. In pratica su ciò di cui le scuole hanno bisogno, in teoria, per aprire i battenti. Quando però si passa all'organico di fatto, ovvero ciò di cui si ha realmente bisogno per funzionare, ecco che le cattedre libere sono molte di più. Con il risultato che vengono coperte da supplenti annuali.
Questo senza considerare che molti supplenti arrivano all'agognato posto fisso dopo anni di precariato con "un'età fa notare Benini più vicina alla pensione che alla fase iniziale della carriera".
Non va meglio sul fronte della riforma "che c'è e non c'è" spiega con una battuta il cislino. Il mitico tutor è arenato sul tavolo della trattativa sindacale peraltro "bloccata dal Miur perché - rivela Montagnani - non ha ancora definito le risorse da investire". Messo in stand by il tutor, è stata la volta del portfolio oggetto un parziale stop dell'authority della Privacy. Quindi dei curricula (alias i programmi) ancora a livello di indicazioni. Se poi si passa alle superiori, la musica non cambia di molto. Per Montagnani, infatti, "mentre il ministro continua a dire che la riforma parte, nella secondaria di secondo grado regna la confusione sulla sperimentazione. E' una situazione allucinante". Su cui pensa non poco il calo anche del 40%, negli ultimi quattro anni, dei fondi necessari per il funzionamento degli istituti e per i progetti di integrazione di alunni stranieri. Su questo fronte Giorgio Dragotto, capogruppo di FI in Regione ha chiesto l'intervento della giunta per conoscere la situazione scolastica dei bambini islamici.