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Resto del CArlino: Sciopero entro un mese contro il taglio dei docenti «I prof sono sotto stress»

E dai supplenti pioggia di ingiunzioni di pagamento

03/03/2007
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Il Resto del Carlino

Sciopero entro un mese contro il taglio dei docenti «I prof sono sotto stress»

E dai supplenti pioggia di ingiunzioni di pagamento

— BOLOGNA —

E’ UFFICIALE: tra un mese, giorno più giorno meno, espletate le formalità di rito (dall’incontro in Prefettura per la conciliazione, alle assemblee sindacali), la scuola emiliano romagnola scenderà in piazza contro i tagli agli organici voluti dalla prima Finanziaria prodiana.
Unica via percorribile per scongiurare lo sciopero: l’arrivo in Regione, da Roma, di altri insegnanti (dai 1000 ai 1100, chiedono i sindacati di categoria) per tappare buchi e sanare sofferenze, dato che, a settembre, busseranno ai cancelli delle nostre scuole 6.049 ragazzi in più. Questo almeno stando alle iscrizioni pervenute all’Ufficio scolastico regionale. Perchè, secondo il ministero dell’Istruzione (che legge le anagrafi), l’incremento sarà di 13.343 unità (di cui un migliaio o poco più stranieri). E non è finita qui: l’Ufficio scolastico regionale ipotizza a livello di organico di fatto (quello di cui le scuole hanno bisogno realmente per funzionare) un ulteriore taglio di 60 insegnanti tra un paio di mesi.
Comunque sia, la sola conferma (senza incremento) dei docenti ora in cattedra, per Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, sta mandando in crisi il nostro sistema scolastico.
«Il taglio di 60 posti — spiega Fiammetta Colapaoli (FLC-Cgil) — va ad incidere su una situazione che, negli ultimi sei anni, ha visto salire la popolazione scolastica di 57.767 alunni e quindi le classi (+876)». Per contro, «ci hanno ridotto gli insegnanti di 1.228 unità».
Oltretutto, aggiunge Lamberto Benini (Cisl Scuola), completando il quadro a metà «fra il muro del pianto e il suicidio», «rileviamo una differenza di 531 posti fra l’organico di diritto per il prossimo anno e quello che realmente è andato in classe quest’anno».
Uno scarto pesante tenuto conto che in Emilia-Romagna il rapporto alunni per classe è salito di un punto alle elementari, dello 0,8 alle medie e dello 0,5 alle superiori. La media regionale di 21,3 alunni per classe ci avrebbe, infatti, dovuto mettere al riparo da quanto prevede la Finanziaria che, innalzando l’indice dello 0,4, parla di 21.
«I parametri previsti — denunciano i sindacati — qui sono già stati raggiunti. Ma, nonostante questo, ci hanno tagliato comunque 60 posti».
STANDO COSÌ la situazione, su cui pendono anche un migliaio di ingiunzioni di pagamento di supplenti senza stipendio, «non è difficile capire — osserva Benini — perchè aumentano i casi di disagio fisico e psichico fra i docenti che spesso nella stessa classe elementare hanno alunni che parlano 10 lingue diverse». Lavorare tutte le mattine in condizione di «costante emergenza» fa «calare nei docenti la voglia di stare in classe». Salta, quindi, l’accoglienza di alunni stranieri e l’integrazione di studenti disabili è quasi un pallido ricordo.
Tutto andrebbe salvato, in primis per Domenico Cassino (Uil Scuola) il tempo pieno e prolungato «fondamentale in una realtà come la nostra». Paolo Tommasi chiede senza mezzi termini che si destinino più risorse alla scuola prendendole proprio dai maggiori introiti arrivati allo Stato dal fisco.
Federica Gieri


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